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Opinioni

Perché lo spot del governo contro la cannabis è tutto sbagliato (oltre a essere involontariamente comico)

Lo spot del Governo che criminalizza la cannabis è sbagliato sotto ogni punto di vista. Non è vero che tutte le droghe sono uguali, e dirlo ingenera mostri.
A cura di Saverio Tommasi
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Lo spot del Governo contro la ca
Lo spot del Governo contro la cannabis

Ho visto il nuovo spot contro la cannabis firmato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed è orribile. Non che sia una novità, però mi stupisce sempre la capacità di tenere insieme la disinformazione e i discorsi banali con i risultati che uno spot come questo dice di prefiggersi.

Facciamo un passo indietro: di questo spot è sbagliato il concetto da cui parte, e cioè che la cannabis sia la causa di tutte le tossicodipendenze. Questo è falso, e l'ambito scientifico è concorde. Non è l'opinione mia, sua o di un tossicologo. E' la tesi su cui concordano gli studi, indipendentemente poi dall'opinione che ognuno di noi, legittimamente, può avere sul consumo personale di marijuana: il passaggio alle droghe pesanti semisintetiche (come l'eroina), o sintetiche (come le anfetamine), o anche a droghe come la cocaina, non dipende dall'essersi fumati una canna oppure dieci.

L'obiezione politica principale di chi sostiene la correlazione fra cannabis e droghe pesanti è: "Se chiedi a chi oggi si fa di eroina o cocaina, tutti hanno iniziato con una canna". L'affermazione "tutti" è sempre troppo generica, però ammettiamo che sia vera. Poniamo per un attimo sul banco la possibilità che effettivamente "tutti" quelli che si fanno di eroina, un tempo (magari in adolescenza) abbiano fumato una canna. Non sarebbe in ogni caso la canna che li avrebbe indotti al passaggio, non è la cannabis la conseguenza del resto, vogliamo prendere atto di tutti gli studi più recenti e gli interventi più autorevoli in materia? Oppure preferiamo ragionare secondo il piano di studi di uno struzzo?

Faccio un esempio: nello stesso modo in cui è possibile che una persona con problemi di alcolismo, prima di quei problemi, fosse solita bere un bicchiere o due di vino a cena, non possiamo incolpare il vino sulle tavole degli italiani se poi alcune persone cadono vittime dell'alcolismo. La soluzione all'alcolismo – un problema vero – non è vietare il vino a tavola.

Altro giro, altro esempio; sembra diverso ma lo spartito dissonante è lo stesso: quasi la totalità degli incidenti automobilistici, ogni anno, vengono causati da persone che qualche anno prima avevano conseguito la patente. E allora cosa facciamo, aboliamo l'esame di guida perché è stato verificato che tutti gli incidenti mortali sono causati da persone che avevano in comune l'aver sostenuto quell'esame? La contraddizione sarebbe palese, ma non è differente da quella sulla cannabis: la cannabis può stare nel sottoinsieme delle esperienze precedenti all'uso di droghe pesanti, ma non costituisce la causa del passaggio; di più: non fa neanche da sprone.

Riassumendo: la frase nel video "poi è un attimo che passi ad altre droghe", è da fattoni. Un'indicazione la danno anche le percentuali dei consumatori: 14% cannabis e 0,3% eroina.

Seriamente: esiste un pericolo dato dalla prossimità e legato alla criminalizzazione della cannabis che in effetti può favorire l'approccio e il passaggio alle sostanze pesanti. Ma è un fattore legato e conseguente alla criminalizzazione, e non strettamente al suo consumo.
Mi spiego meglio: la criminalizzazione della cannabis obbliga il consumatore (o la consumatrice) all'acquisto per strada, direttamente dallo spacciatore. Conduce cioè la persona che vuole fumare a contatto con un ambiente criminale, che molto spesso non gestisce solamente cannabis, ma anche altre droghe. E dunque è proprio la criminalizzazione della cannabis che porta la persona fumatrice in prossimità delle droghe pesanti. Non la conseguenza diretta del fumare, ma dove poterla comprare. Ed essendo illegale, in Italia, l'unico luogo dove procurarsela sono le mani dello spacciatore, che spesso smercia anche altre droghe. Questa prossimità è pericolosa, e in ogni caso è pessimo alimentare con i propri soldi un mercato illegale che si basa sulle organizzazioni criminali per importare droghe e gestire le piazze di spaccio. Perché ai piani del controllo non esiste una distinzione netta, e le organizzazioni criminali, anzi, differenziano sempre i mercati illegali per trarre il maggior profitto: droghe, controllo della prostituzione, appalti, pizzo. Ovunque ci sia profumo di soldi, loro ci sono. Anche per questo le organizzazioni criminali non vanno mai in crisi economica: perché investono i soldi variando gli investimenti, senza una reale distinzione se non la convenienza del momento. E non sarebbe più giusto, secondo voi, togliere alle criminalità organizzate almeno la fonte d'introito delle droghe leggere, che alla fine droghe non sono?

Come potremmo prevenire questa prossimità, se davvero volessimo? La risposta si chiama legalizzazione della marijuana. Non si tratterebbe di un pericoloso esperimento, del tipo "chissà come andrà poi a finire questa storia, signora Contessa". La legalizzazione della marijuana in parte dell'Occidente è già una realtà: ad esempio in Stati americani come Colorado, New York e Georgia, o in Paesi come il Canada – e forse tra poco anche in Germania – non è più considerata una droga ma una possibilità nella quotidianità delle scelte personali. E, notiziona, le persone non hanno iniziato a strafarsi né (tantomeno) sono migrate all'utilizzo di droghe pesanti.
E' il momento di prenderne atto: il proibizionisimo è stato il più grande e prolungato esperimento di massa ed è fallito sotto ogni punto di vista: di salute, commerciale e ideale.

Esiste poi un altro pericolo che è diretta conseguenza dell'allarme contenuto nello spot e che lo va a concludere, e cioè la frase: "Tutte le droghe fanno male".
E cioè se tu gridi "al lupo, al lupo" e poi il lupo non arriva, io la volta dopo prima di scappare resto a vedere se il lupo arriva davvero oppure no. Cioè inizio a fidarmi meno di quello che dici e al tuo grido di pericolo rispondo con sospetto, tardivamente, oppure non rispondo affatto. In pratica significa che dire "tutte le droghe fanno male" senza una distinzione netta delle differenze può portare a pensare che una canna sia equiparabile (o quasi) a una sniffata di eroina. E perciò, ipotesi, se è un anno che fumo cannabis e all'esperienza ho legato diversi momenti piacevoli e nessun disturbo fisico, potrei essere portato a tirare una dose di eroina perché la mia soglia di "pericolo" che avevi ingenerato gridando "al lupo, al lupo" con la cannabis si è drasticamente abbassata.

Oppure, altro problema della criminalizzazione della cannabis, è che a quel punto non risulti più credibile neanche se decidi di provare a spiegare i danni rilevanti che un'assunzione abituale di cannabis può ingenerare in un cervello ancora in formazione. E cioè nessuno ti crede più, e quel che dici finisce per non essere considerato. E questo è un problema perché sotto i 16-17 anni, il cervello è ancora in totale formazione e i danni derivanti dall'uso abituale della cannabis possono essere anche notevoli.

In definitiva il danno più grave di questo spot, la sua insolenza, sta nel fatto che non funziona. Semplicemente non serve, e se servisse a qualcosa la peggiorerebbe. Amen.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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