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Perché Crisanti dice che è impossibile eliminare la Covid-19

“Parliamoci chiaro, ormai è impossibile eliminare il virus. Si è radicato. Siamo riusciti finora a eliminare con il vaccino un solo patogeno, il vaiolo, e siamo quasi al limite per eliminare la polio, ma ci sono voluti decenni e decenni di vaccinazioni. Quindi non è realistico pensare che questo virus lo eliminiamo”: lo ha detto il virologo di Padova, Andrea Crisanti, spiegando che dobbiamo “cercare di inseguire il virus, come si fa con il virus dell’influenza”.
A cura di Annalisa Girardi
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"Parliamoci chiaro, ormai è impossibile eliminare il virus": lo dice il virologo di Padova Andrea Crisanti, sottolineando che avremo a che fare con il coronavirus ancora per diverso tempo, anche se riusciremo a contrastarlo con i vaccini. "Si è radicato. Siamo riusciti finora a eliminare con il vaccino un solo patogeno, il vaiolo, e siamo quasi al limite per eliminare la polio, ma ci sono voluti decenni e decenni di vaccinazioni. Quindi non è realistico pensare che questo virus lo eliminiamo". Intervenendo alla trasmissione Agorà su Rai 3, il direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova, precisa che l'allarme per la pandemia di Covid-19 è legato al numero dei morti, per cui la questione fondamentale ora è diminuire la letalità in modo da riuscire a convivere con il coronavirus.

"Dobbiamo inseguire il virus, come si fa con l'influenza"

"Se si riesce a diminuire la letalità sicuramente riusciamo a riportare questa malattia in un perimetro accettabile da un punto di vista sociale. Allo stesso tempo dobbiamo fare una sorveglianza sulle varianti, perché se finora è vero che alcuni vaccini non proteggono contro l'infezione, ma proteggono contro le complicazioni più gravi, è possibile che il virus vari ancora e diventi ancora più aggressivo", ha aggiunto Crisanti. E ancora: "Ormai siamo entrati in quella che si chiama giostra evolutiva del virus: dobbiamo purtroppo cercare di inseguirlo, come si fa con il virus dell'influenza".

Quanto resistono gli anticorpi contro il coronavirus: i risultati dello studio a Vo'

Il virologo ha anche sottolineato gli esiti promettenti emersi da uno studio condotto sul cluster di Vo' Euganeo: "Come tutti sanno, a Vo' le persone si sono infettate fino all'ultima settimana di febbraio e poi nella seconda ondata, e queste persone ri-testate a novembre nella totalità dei casi hanno mostrato di avere anticorpi che persistono", ha spiegato, aggiungendo che le persone "infettate a febbraio e che poi, nella seconda ondata, hanno avuto contatti stretti con altre persone infette, non hanno sviluppato nessuna sintomatologia". Questo significa che gli anticorpi che ci proteggono dal coronavirus possono resistere fino a 10 mesi. Inoltre, ha rimarcato Crisanti, "la persona può essere protetta anche quando ha anticorpi bassi".

La polemica contro le Regioni

Crisanti ha anche parlato della campagna vaccinale, sottolineando come procedere in ordine sparso tra le Regioni non sia la strada giusta: "Per vaccinare mezzo milione di persone al giorno ci vuole uno sforzo di gruppo. Le Regioni hanno dimostrato tutta la fragilità di questo sistema, non si può affrontare un'epidemia che è un problema nazionale facendo ognuno come gli pare. Un po' usano i test antigenici, un po' molecolari, un po' le classi… Parliamoci chiaro è un casino senza fine. Ora bisogna vaccinare più persone possibili, vacciniamole e coinvolgiamo tutti. In Inghilterra hanno reso obbligatorio ai medici di famiglia e ai pediatri di vaccinare, hanno impiegato infermieri, studenti di medicina, specializzandi, nessuno escluso. E così si deve fare", ha concluso Crisanti.

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