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Perché Carola Rackete si è dimessa dal Parlamento europeo

Carola Rackete, eletta con Die Linke, lascia dopo appena un anno il suo incarico di europarlamentare europea. L’attivista, che in passato da comandante dela Sea Watch-3 ha avuto uno scontro aperto con Matteo Salvini, ha detto di voler lasciare per potersi occupare meglio dei temi che riguardano la crisi climatica. La notizia è stata annunciata dal gruppo The Left.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'eurodeputata Carola Rackete, eletta con Die Linke-Left, ha lasciato dopo appena un anno l'incarico al Parlamento europeo. Le dimissioni per l'attivista, ex capitana della Sea Watch, nemica giurata di Matteo Salvini, quando quest'ultimo era ministro dell'Interno e cercava di ostacolare in tutti i modi i salvataggi dei migranti, ha dato le sue dimissioni questa mattina. L'annuncio del passo indietro è arrivato con un comunicato diffuso dal gruppo The Left, che le ha rivolto un "sentito saluto".

"Era determinata a puntare i riflettori sull'impatto negativo delle politiche migratorie Ue e sull'inazione climatica", ha ricordato The Left nel suo messaggio di commiato.

"Dopo un anno qui al Parlamento europeo consegnerò il mio mandato per contribuire al rinnovo della sinistra", ha annunciato sui social Carola Rackete. Eletta con Die Linke, la sinistra radicale tedesca, Rackete ha ringraziato i militanti per la fiducia ricevuta, ricordando le motivazioni che l'avevano spinta a candidarsi: "La mia candidatura e il mio mandato hanno sempre avuto l'obiettivo di contribuire al rinnovamento del partito Die Linke – un processo che sta procedendo con successo. Come persona attiva nei movimenti sociali, io e il mio team abbiamo discusso fin dall'inizio di definire il mandato in modo collettivo e questo spirito collettivo si sta ora concretizzando con le mie dimissioni", ha scritto la tedesca in una nota".

Classe 1988, ecologa e attivista, l'ex eurodeputata si è fatta conoscere come comandante della Sea Watch, salvando centinaia di vite nel Mediterraneo. In Parlamento europeo sedeva nelle commissioni Ambiente, Economia e Agricoltura, portando avanti battaglie su clima, giustizia globale e migrazioni.

Le motivazioni delle dimissioni di Rackete: "Devo occuparmi di clima"

Rackete ha spiegato di aver sempre voluto dare un'impronta collettiva al suo mandato europeo, ma di essersi scontrata con i limiti legali del suo ruolo: "Fin dall'inizio per noi è stato importante rendere il mandato parlamentare il più collettivo possibile anche se non è formalmente previsto". Con Martin Gunter, che prenderà il suo seggio a Strasburgo, ha assicurato "continua il lavoro. Per me personalmente significa potermi concentrare sulle azioni contro la crisi climatica", ha spiegato. Martin Günther continuerà quindi a lavorare sui suoi stessi temi: la giustizia economica e sociale, la crisi climatica, l'equità internazionale.

L'attivista ha spiegato dunque che l'addio all'Europarlamento le consentirà di tornare a concentrarsi sulle cause dirette della crisi climatica, un tema che considera urgente e troppo spesso oscurato dalla politica di partito. "Il focus sulla politica partitica rischia di far perdere di vista la crisi ecologica e le sue soluzioni", ha detto.

Le reazioni alle dimissioni di Rackete

Martin Günther (Linke), dal collegio del Brandeburgo, che prenderà il posto di Carola Rackete, ha commentato: "Continuerò la lotta di Carola per la giustizia climatica utilizzando le risorse del mio mandato. Come economista, il contesto economico è particolarmente importante per me. Un'UE più sociale ed ecologica sarà possibile solo se la rivendicheremo ai super-ricchi e ai loro lobbisti. Per raggiungere questo obiettivo, sarò lieto di collaborare con le forze progressiste di partiti, movimenti e sindacati di tutta Europa e oltre".

"È stato un piacere conoscerti e condividere un pezzo di strada insieme, Carola Rackete. Grazie per tutto l'affetto e la solidarietà che hai sempre mostrato nei miei confronti. Grazie per il tuo impegno, l'ispirazione e la coerenza. Ci vediamo nelle lotte!", ha scritto su X l'eurodeputata della Sinistra, Ilaria Salis, postando una sua foto insieme a Carola Rackete, poco dopo la notizia delle sue dimissioni.

Duro il commento della Lega: "Si dimette dal Parlamento Europeo? Difficile accorgersene, visto che non si era notata nemmeno da eurodeputata. La sinistra continua a candidare simboli mediatici invece che persone competenti: questi sono i risultati", ha detto Paolo Borchia, capodelegazione della Lega al Parlamento Europeo "A Strasburgo – ha aggiunto – servono profili capaci di difendere gli interessi di cittadini e imprese con serietà e competenza, non personaggi costruiti dai media. È tempo che la politica torni ad essere fatta da chi lavora per il territorio, non da chi si limita a cavalcare l'onda di notorietà".

Lo scontro con Salvini: per Rackete furono archiviate tutte le accuse

Nel dicembre 2021 vennero definitivamente archiviate l’accuse contro Carola Rackete, ex comandante della Sea Watch. L'attivista, su ordine della procura di Agrigento il 29 giugno 2019 era stata arrestata dopo avere violato il divieto di sbarco dei  migranti soccorsi nel Canale di Sicilia con la nave tedesca Sea Watch-3. Rackete non obbedì all'ordine di non entrare nelle acque territoriali italiane, emesso ai sensi del Decreto Sicurezza Bis voluto dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. L'archiviazione dell'inchiesta arrivò poi con queste motivazioni: "Carola Rackete ha agito nell'adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto nazionale e internazionale del mare". Per i giudici quindi Rackete non commise alcun reato entrando in porto a Lampedusa con i naufraghi salvati nel Mediterraneo. Prima ancora, nella primavera del 2021, l'attivista era stata già definitivamente prosciolta dall'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra per il presunto speronamento della motovedetta della Guardia di finanza il 29 giugno del 2019, giorno del suo arresto.

Matteo Salvini aveva anche rischiato un processo per diffamazione aggravata, per aver offeso la capitata della Sea Watch, nell'ambito di quella vicenda legata alla Sea Watch 3. Il vicepremier leghista l'aveva definita "zecca tedesca, complice di scafisti e trafficanti", ma anche "sbruffoncella che fa politica sulla pelle degli immigrati". Per queste dichiarazioni era stata presentata una denuncia presso il Tribunale di Milano. Poi il Senato non aveva dato l'autorizzazione a procedere, salvando l'allora titolare del Viminale.

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