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Perché a Bari Pd e M5s si sono divisi e le primarie per le comunali sono saltate

In seguito all’inchiesta per voto di scambio e corruzione elettorale che ha portato ieri a dieci misure cautelari, e che vede indagata anche la (ormai ex) assessora regionale del Pd Anita Maurodinoia, Giuseppe Conte ha annunciato che i due partiti andranno divisi alle elezioni comunali di Bari. Ecco come saranno gli schieramenti.
A cura di Luca Pons
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È finita prima di iniziare l'intesa Pd-M5s per le elezioni comunali di Bari. O meglio, è saltata proprio quando stava per concretizzarsi, con le elezioni primarie che avrebbero scelto un candidato unico per la coalizione. Le primarie avrebbero dovuto svolgersi domenica 7 aprile. Invece ieri, in seguito agli sviluppi di un'indagine per corruzione elettorale che ha portato alle dimissioni dell'assessora regionale dem Anita Maurodinoia (che ha lasciato anche le cariche interne al partito), Giuseppe Conte ha annunciato che non c'erano le condizioni per svolgerle seriamente.

Prima che fosse il leader del Movimento ad annunciare il passo indietro, il candidato sostenuto dal M5s Michele Laforgia aveva già usato parole pesanti: "A Bari i voti si comprano e per questo non si dovrebbero fare le primarie in senso tradizionale". Il rivale Vito Leccese, vicino all'attuale sindaco Decaro, aveva replicato: "Non ho mai acquistato un voto e coloro che si sono macchiati di questo reato vanno presi a calci insieme a coloro che utilizzano il trasformismo".

I candidati di Pd e M5s restano entrambi in campo e si scambiano accuse

Le tensioni sono poi esplose quando i pentastellati hanno annunciato che le primarie non si faranno. Laforgia ha ribadito: "Sospendiamo le primarie. Non per fare un passo indietro ma per fare un passo in avanti. Lo dico all'altro candidato Vito Leccese. Non voltate la testa dall'altra parte. Salviamo la città dallo spettro del commissariamento e dallo stigma della mafiosità". Per poi chiarire che non si tratta solo di un rinvio: "Io credo che non ci siano più nemmeno i tempi tecnici per farle le primarie, visto che mancano soltanto due mesi al voto. Io sono candidato, non so quello che farà il Pd".

Laforgia ha aggiunto che sperava non ci fosse bisogno di andare alle elezioni divisi, ma non è chiaro come questo sarà possibile. L'altro candidato, Leccese, ha detto a sua volta che intende restare in campo: "Nella mia lunga vita politica ed amministrativa non sono mai stato nemmeno sfiorato da avvisi di garanzia, da indagini o da sospetti di qualsiasi tipo. E per questo non prendo lezioni di legalità da nessuno. Discuterò con il Partito democratico e con le altre forze della coalizione, e come ho sempre fatto, mi rendo ancora una volta disponibile a trovare insieme una soluzione unitaria. Che però non sia figlia di imposizioni, di ultimatum o di improbabili patenti di moralità".

L'intero Pd si è schierato in difesa di Leccese e ha contestato la decisione di Conte: "Le primarie erano e restano il Dna del Pd e dei progressisti italiani. Chi le diserta sbaglia perché calpesta la grande voglia di partecipazione e dividendo la coalizione aiuta la destra. Per noi oggi inizia la campagna elettorale per il sindaco Vito Leccese", ha detto il capogruppo al Senato Francesco Boccia. La senatrice Debora Serracchiani ha definito la mossa di Conte "gravissima", il senatore Alessandro Alfieri "irragionevole".

Chi sarà il candidato del centrodestra

A meno di colpi di scena nelle prossime settimane – prima che le liste debbano essere presentate definitivamente – sembra quindi che a Bari M5s e Pd correranno divisi, sostenendo Michele Laforgia e Vito Leccese. Se c'è una consolazione per il campo largo è che al momento nemmeno il centrodestra ha scelto il suo candidato per le comunali, anche se si arriverà sicuramente a un nome condiviso da tutta la maggioranza.

Ieri Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ha attaccato la "immorale commedia degli inganni" tra dem e pentastellati, e il deputato forzista Mauro D'Attis ha invitato Conte a rompere la coalizione con il Pd anche in Regione. Per il momento i nomi più vicini alla candidatura sono quelli di Filippo Melchiorre (FdI) e del viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (FI).

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