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Per fermare la quarta ondata bisogna accelerare sulla terza dose di vaccino, avverte Speranza

Se vogliamo fermare la quarta ondata di contagi, che sta investendo molti Paesi a noi vicini, dobbiamo accelerare sulle terze dosi. Sono le parole del ministro Speranza, che qualche giorno fa aveva annunciato l’ampliamento della platea alla fascia tra i 40 e i 59 anni dal 1° dicembre.
A cura di Annalisa Girardi
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Sulle terze dosi di vaccino anti Covid, che tra poco più di due settimane saranno disponibili anche per quarantenni e cinquantenni, bisogna accelerare. L'hanno ripetuto in questi giorni medici e virologi, lanciando l'allarme sull'aumento dei contagi che sta colpendo tutta Europa, e ora lo ribadisce anche il ministro della Salute, Roberto Speranza. In un colloquio con Repubblica afferma: "Facciamo in fretta con il richiamo per fermare la quarta ondata. L'incremento dei contagi è oggettivo. Cosa fare? Diciamo che è come rendersi conto che l'acqua sta salendo. Noi non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo giocare d'anticipo, come ci ha insegnato questo virus che va veloce".

Speranza conferma che presto si partirà con l'obbligo della terza dose ai sanitari, per cui dovrebbero arrivare a breve indicazioni. Intanto il ministero ha pubblicato la circolare sull'ampliamento della platea per la terza dose per la fascia tra i 40 e i 59 anni. Dal 1° dicembre quindi anche tutti i cittadini in questa fascia di età potranno prenotarsi (le modalità variano da Regione a Regione) per la terza dose, così da garantire una maggiore sicurezza a fronte della crescita della curva dei contagi. Un aumento che, secondo Speranza, "è realistico che continui".

Del resto, prosegue il ministro, basta guardare a quanto sta accadendo intorno a noi: "In Germania ci sono 50 mila contagi in 24 ore. In Francia 12 mila casi, l'Olanda annuncia nuove misure. Abbiamo imparato che la contiguità tra Paesi spesso anticipa un trend. Sappiamo anche che la stagione che ci attende sarà complicata. E allora, l'Italia non può essere estranea a questa dinamica. I nostri dati sono un po' migliori degli altri perché i tassi di vaccinazione sono più alti. Questo ci dà un piccolo vantaggio. E poi la prudenza nel rilascio delle misure. Abbiamo lasciato il freno più tardi e mai del tutto". Tra le restrizioni anti contagio Speranza parla di una in particolare, cioè l'obbligo di indossare la mascherina al chiuso. Per poi spiegare che questa misura non se ne andrà tanto facilmente.

Se nei mesi scorsi, nel dibattito sul ritorno alla normalità, alcuni esperti avevano parlato della possibilità di togliere la mascherina una volta raggiunto un certo numero di vaccinati, ora Speranza chiarisce che quel momento è ancora lontano: "Le mascherine al chiuso? Non c'è alcun dubbio che resteranno. Hanno un costo sociale ed economico relativamente basso, sono decisive. E vanno indossate anche all'aperto, se ci sono assembramenti. È un obbligo, non dimentichiamolo". Invece sulla possibilità di nuovi lockdown, conclude: "Non si può paragonare la stagione delle misure più radicali all'attuale, per la semplice ragione che allora non c'era l'87% di popolazione vaccinata, e non c'erano ovviamente neanche i vaccini. Ma abbiamo il sistema a colori regionali".

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