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Pensioni, governo propone un piano in 7 punti da 300 milioni, ma i sindacati lo bocciano

Il governo ha presentato un piano in sette punti da 300 milioni di euro in tema di pensioni, confermando l’esenzione di 15 categorie dall’innalzamento dell’età pensionabile. Ma i sindacati bocciano parzialmente la proposta: la segretaria della Cgil Susanna Camusso parla di “distanze significative”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il governo ha presentato le sue proposte in tema di pensioni, aprendo ad alcune delle richieste avanzate negli scorsi giorni dai sindacati. L’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni ha ribadito di essere disposto a esentare 15 categorie dall’innalzamento dell’età pensionabile: oltre alle 11 previste dall’Ape ci saranno anche i marittimi, gli operai agricoli, i pescatori e una parte dei siderurgici. Saranno esentati coloro che hanno raggiunto i 30 anni di contributi e sono stati occupati in queste mansioni per almeno sette degli ultimi dieci anni. Rimangono esclusi i postini, i vigili del fuoco e i lavoratori della ristorazione.  Il piano del governo prevede sette punti e risorse per 300 milioni di euro.

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni parla di una proposta “innovativa sulla previdenza rispetto al punto di partenza”: “Credo – aggiunge – che sia stato fatto un buon lavoro. Nelle condizioni date il governo mette in campo un impegno finanziario importante. Ci sono le condizioni per dare un messaggio positivo al paese, mi auguro che si possano concretizzare”.

Il governo ha accolto la richiesta dei sindacati di istituire una commissione che valuterà lavori e aspettative di vita. Dopo l’esame di questa commissione, il governo – secondo quanto riportato dai sindacati – potrebbe decidere di ampliare le 15 categorie. L’esecutivo apre anche alla possibilità di recuperare le risorse non utilizzate per l’Ape social, inoltre sarà rivisto il meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita sulla base della medie e non delle differenze di picco.

I sindacati bocciano le proposte del governo

Per Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, nella proposta del governo ci sono sia cose “molto buone” sia altre da correggere. Secondo Susanna Camusso, segretario generale Cgil, invece la distanza tra Palazzo Chigi e le sigle sindacali è ancora “molto significativa”. Secondo Camusso sono insufficienti soprattutto le risposte sulla questione dell’aspettativa di vita. La Uil, con Carmelo Barbagallo, vuole invece vedere i “testi scritti” prima di esprimere un parere.

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