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Pensioni, bonus in busta paga per chi ha diritto a quota 103 ma resta al lavoro: la circolare Inps

Per i lavoratori dipendenti che hanno diritto ad accedere a quota 103, c’è un’altra possibilità: continuare a lavorare e ottenere un incentivo in busta paga. Una parte dei contributi previdenziali non sarà più versata all’Inps, ma direttamente al dipendente. L’Istituto ha spiegato requisiti, modalità e tempistiche in una circolare.
A cura di Luca Pons
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Chi ha i requisiti per accedere a quota 103 può aspettare, rinunciare alla pensione anticipata e restare al lavoro: in cambio, ha diritto a un incentivo in busta paga. La norma era stata inserita nella scorsa legge di bilancio, ma ora l'Inps – con la sua ultima circolare – ha spiegato le tempistiche e le modalità per richiedere il bonus. La richiesta va effettuata sul sito dell'Inps, nella propria area personale, oppure tramite patronato o Caf. L'aumento di stipendio consiste nel fatto che una parte dei contributi previdenziali, quella che sarebbe a carico del lavoratore, viene invece inserita in busta paga.

Come funziona l'incentivo per chi rinuncia a quota 103

Va ricordato che quota 103 permette di andare in pensione anticipata a chi ha almeno 62 anni di età e ha maturato almeno 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. È molto probabile che quota 103 sarà riconfermata anche l'anno prossimo, ma per averne la certezza bisognerà aspettare la prossima legge di bilancio.

Oggi, chi ha il diritto di accedere a quota 103 ha però anche un'altra possibilità. Si tratta di mantenere il suo posto di lavoro e chiedere che una parte di contributi previdenziali – quella a carico del dipendente – venga messa direttamente nella busta paga, invece di essere versata all'Inps, per tutto il periodo in cui si resta al lavoro. Ne risulta un assegno più alto a fine mese, anche se la pensione viene leggermente ridotta.

Quali sono i requisiti per ottenere il bonus

L'incentivo può essere richiesto dai dipendenti sia pubblici che privati. Per ottenerlo bisogna rispettare una serie di requisiti: essere iscritti all'assicurazione generale obbligatoria (o altre forme sostitutive di previdenza), avere maturato le caratteristiche per accedere a quota 103 (62 anni di età, 41 anni di contributi), non essere già titolari di pensione diretta con l'eccezione dell'assegno di invalidità.

In più, non è consentito ottenere il sussidio a chi raggiunge i 67 anni, cioè l'età per la pensione di vecchiaia. Questo significa che al massimo è possibile approfittare del bonus per cinque anni circa, dai 62 fino al compimento dei 67 anni.

Che effetto ha sulla pensione

Qualunque sia il periodo, l'Inps ha chiarito che effetto ha questa norma sulla pensione che si riceve. Per quanto riguarda la parte calcolata con il metodo retributivo, non c'è differenza perché il salario di fatto resta sempre lo stesso, anche se una parte dei contributi non è più versata all'Inps.

Per quanto riguarda la pensione calcolata con il metodo contributivo, però, una differenza c'è: per quel periodo, infatti, l'istituto di previdenza riceverà solo i contributi che sono a carico del datore di lavoro. Il dipendente quindi avrà una busta paga più alta, ma una pensione leggermente più bassa quando lascerà il lavoro.

Quando arriva l'aumento in busta paga

Chiunque abbia raggiunto il diritto ad accedere a quota 103 può chiedere che la sua parte di contributi non sia più versata all'Inps, ma nella propria busta paga. Se questa richiesta parte prima che arrivi la "prima decorrenza utile" per quota 103, ha spiegato l'Inps, allora lo stipendio aumenterà a partire da quella prima decorrenza utile. Se invece la richiesta arriva dopo, l'incentivo scatta dal primo giorno del mese successivo.

Chi ha già fatto la domanda entro il 31 luglio 2023 (cioè quando è stato pubblicato il decreto attuativo per questa norma), può chiedere che l'incentivo abbia effetto già dalla prima decorrenza utile di quota 103. In ogni caso, il bonus non può essere calcolato a partire prima del 1 aprile 2023 per i dipendenti privati, né prima del 1 agosto 2023 per i dipendenti pubblici.

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