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Pensioni

Pensioni 2024, che effetto ha il taglio delle rivalutazioni fascia per fascia e chi ci perde di più

Il taglio delle rivalutazioni per le pensioni del 2024, unito a quello già in vigore nel 2023, porterà a una perdita per tutti coloro che hanno una pensione media o medio-alta. Il calcolo dello Spi Cgil è che in media ‘costerà’ 2mila euro a ciascun pensionato nell’arco dei due anni.
A cura di Luca Pons
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Anche nel 2024, la rivalutazione delle pensioni porterà un taglio per gli assegni medio-alti. Lo ha deciso il governo Meloni con la sua legge di bilancio, che rispetto al 2023 abbasserà ancora di più l'importo per chi prende oltre dieci volte l'importo minimo. In media, secondo i calcoli dello Spi Cgil (sindacato dei pensionati), il taglio degli ultimi due anni sulle rivalutazioni vale 2mila euro a pensione.

Normalmente, infatti, la rivalutazione – cioè l'aumento di tutte le pensioni in base all'inflazione dell'anno precedente – si dovrebbe dividere in tre fasce, ma il governo Meloni già dal 2023 l'ha divisa in sei. Lo stesso meccanismo l'ha ripetuto per il 2024, abbassando ancora di più le percentuali:

  • chi prende fino a 4 volte la pensione minima (fino a 2.102 euro al mese) avrà una rivalutazione pari al 100% dell'inflazione, cioè il 5,4% del proprio assegno;
  • chi prende tra 4 e 5 volte la minima (tra i 2.102 e i 2.627 euro), avrà l'85% dell'inflazione;
  • chi prende tra 5 e 6 volte la minima (tra i 2.627 e i 3.152 euro), avrà il 53% dell'inflazione;
  • chi prende tra 6 e 8 volte la minima (tra i 3.152 e i 4.203 euro), avrà il 47% dell'inflazione;
  • chi prende tra 8 e 10 volte la minima (tra i 4.203 e i 5.254 euro), avrà il 37% dell'inflazione;
  • chi prende oltre 10 volte la minima (più di i 5.254 euro), avrà il 22% dell'inflazione, in forte calo rispetto al 32% di quest'anno.

Per quanto riguarda le soglie si parla sempre, va ricordato, di assegni mensili lordi. Complessivamente, lo Stato ha risparmiato 3,5 miliardi di euro nel 2023 e arriverà a 6,8 miliardi nel 2024. Il calcolo della Cgil è che chi nel 2022 prendeva una pensione di 2.300 euro lordi (pari a circa 1.800 euro netti) tra il 2023 e il 2024 perderà 585 euro netti. Può sembrare una cifra relativamente ridotta nell'arco di due anni, ma gli importi salgono rapidamente all'aumentare delle pensioni.

Infatti, chi nel 2022 prendeva 2.800 euro lordi al mese (2.095 netti) nel corso dei due anni perde esattamente 2.171 euro: 793 nel 2023 e ben 1.378 nel 2024, con il taglio della rivalutazione. La Cgil ha effettuato la simulazione anche per altre due fasce. Chi nel 2022 aveva una pensione da 3.320 euro lordi (2.414 netti) al mese tra il 2023 e il 2024 perde 2.743 euro, e infine chi prendeva 3.840 euro lordi (2.735 netti) nei due anni perde 2.769 euro netti.

Questi sono i numeri relativi solo a due anni, ma i tagli continueranno ad avere effetti anche negli anni successivi. Secondo Spi Cgil, tenendo in considerazione l'attesa di vita media, un pensionato che nel 2022 aveva 2.300 euro lordi al mese perderà in tutto 6.673 euro netti, mentre una pensionata arriverà a 7.804 euro persi. La perdita aumenta con il crescere dell'assegno, e così chi l'anno scorso aveva una pensione lorda d 3.840 euro (2.735 euro netti) perderà nella sua vita 31.064 euro se è uomo, 36.329 euro se è donna.

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