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Patto di stabilità e Mes, l’Italia sotto osservazione alle riunioni di Ecofin ed Eurogrupo

I ministri dell’Economia europei sono riuniti a Stoccolma tra Ecofin ed Eurogruppo per discutere della riforma del Patto di stabilità e quella del Mes. L’Italia, in entrambi i casi, è sotto osservazione speciale.
A cura di Annalisa Girardi
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Ci sono due importanti riforme sul tavolo dei ministri dell'Economia europei, riuniti oggi a Stoccolma tra Ecofin ed Eurogruppo: quella del Patto di stabilità e quella del Mes. L'Italia, in entrambi i casi, ha gli occhi puntati su di sé. Sia perché si tratta di uno dei Paesi più indebitati dell'Unione europea, che dovrebbe quindi prevedere uno dei piani di rientro più rigorosi, sia perché è l'unico a non avere ancora ratificato la riforma del Meccanismo europeo di stabilità. E proprio in questa occasione, il resto dell'Eurozona potrebbe mettere alle strette il governo italiano chiedendogli di dare il via libera alla riforma.

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, è volato questa mattina nella capitale svedese per i due giorni di vertice. E dovrà spiegare una volta per tutte qual è la posizione italiana sul fondo Salva Stati e che cosa ha intenzione di fare l'esecutivo di Giorgia Meloni a riguardo. Alcuni giorni fa da Palazzo Chigi avevano fatto sapere che la posizione del governo non fosse cambiata: il Mes, secondo Roma, dovrebbe essere rivisto e diventare un veicolo di crescita e di investimenti.

Non è d'accordo l'Eurogruppo, secondo cui in questa situazione di incertezza e crisi bancarie è ancora più importante completare la ratifica della riforma per "raddoppiare la potenza di fuoco" delle istituzioni europee e permettere loro di intervenire a sostegno delle banche senza pesare sui contribuenti. Senza il via libera dell'Italia, però, ogni tipo di discussione sul tema è bloccato.

C'è poi la questione della proposta avanzata dalla Commissione europea per rivedere il Patto di stabilità e crescita. Anche su questo l'Italia ha avuto da ridire e a Stoccolma dovrà chiarire la sua posizione. Per Giorgetti la riforma è obiettivamente un primo passo nella giusta direzione, ma il ministro ha messo in chiaro di essere rimasto deluso dal fatto che nel conteggio del debito siano state incluse le spese per gli investimenti legati al Pnrr.

Giorgetti in questi giorni ha in agenda anche diversi incontri bilaterali per discutere di queste riforme. Ad esempio con il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, che ha criticato la proposta di riforma considerata troppo "morbida" che rischia di non portare effettivamente alla riduzione dei debiti pubblici e alla stabilità delle finanze europee.

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