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Ora Matteo Salvini rischia il processo per aver postato una foto con alcune poliziotte

“La Polizia non è la guardia personale di Salvini”. Il Pd prepara un’interrogazione parlamentare per l’ennesimo post contro la comandante Rackete. In questo caso Salvini ha pubblicato una sua foto con delle agenti di polizia con questa frase: “Io sto con le donne che difendono la legge, la vita e i confini, non con le delinquenti”. I dem: “Sapevano di essere le testimonial di un leader di partito?”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nella sua campagna social, e non solo, sulla vicenda della Sea Watch 3, e sui porti chiusi, campagna portata avanti a forza di post e slogan, il ministro degli Interni Matteo Salvini si è accanito in queste settimane contro la comandante Carola Rackete, nel frattempo tornata in libertà. La capitana tedesca è stata condotta in un luogo sicuro, al riparo dagli insulti, in attesa dell'interrogatorio per il reato di ‘favoreggiamento dell'immigrazione clandestina', per cui risulta ancora iscritta nel registro degli indagati.

Lo scopo della propaganda salviniana si è adesso spinta un po' oltre nel tentativo di delegittimare la capitana, in quanto colpevole, a suo dire, di aver disobbedito alla legge e di aver portato i migranti a terra, a Lampedusa, non soltanto forzando il blocco, ma anche schiacciando, durante le manovre di attracco, una motovedetta della Guardia di Finanza verso la banchina. Il vicepremier leghista ha pubblicato una foto, che in realtà è un collage di due immagini: nel riquadro in altro si vede Salvini in mezzo a delle agenti di polizia in divisa, e in basso c'è la foto della comandante 31enne. Ad accompagnare il post questo commento: "Io sto con le donne che difendono la legge, la vita e i confini, non con le delinquenti".

Oltre all'attribuire in modo assolutamente arbitrario una condotta criminale alla comandante, il problema qui è rappresentato proprio dall'utilizzo di quell'immagine delle donne in divisa, con il volto sorridente ben visibile, e dall'uso ‘strumentale' fatto dal titolare del Viminale. Il Pd vuole presentare adesso un'interrogazione parlamentare.

"Ancora una volta Salvini usa le forze dell’ordine per propaganda personale e politica, ma questa volta l’episodio è davvero inqualificabile. Sul suo account twitter il ministro dell’Interno usa la foto di un gruppo di poliziotte per attaccare e diffamare Carola Rackete. Le agenti di polizia che si sono fatte fotografare in maniera del tutto legittima con il ministro sapevano che la loro foto sarebbe poi diventata una card di propaganda politica? Sapevano che sarebbero state utilizzate dalla macchina propagandistica della Lega per fare polemica politica? Sapevano che sarebbero diventate testimonial di un leader di partito? In assenza di specifica autorizzazione, potrebbe configurarsi ipotesi di reato. Stiamo predisponendo un’interrogazione parlamentare su questa vergogna", ha detto il deputato del Partito democratico, Carmelo Miceli.

"La Polizia di Stato non è la guardia personale di Salvini – ha sottolineato – non è una forza a uso e consumo politico di chi si sta dimostrando il più inadeguato ministro dell’Interno della storia italiana. Ci auguriamo che una persona stimata e professionalmente autorevole come il Capo della Polizia Gabrielli sappia arginare questa deriva pericolosa, che rischia di danneggiare irrimediabilmente il fondamentale ruolo delle forze dell’ordine, che rappresentano tutti gli italiani e non una parte. Salvini faccia davvero il suo lavoro, se proprio vuole commentare qualche fatto di cronaca, commenti le dichiarazioni che Nicastri, ritenuto tra i finanziatori della latitanza di Matteo Messina Denaro, ha reso sulla vicenda Siri-Arata".

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