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Open, perquisizioni sull’ex fondazione di Renzi. L’ex premier: “Finanziatori rispettarono normativa”

Sono in corso da questa mattina a Firenze e in altre città italiane perquisizioni della Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sulla Fondazione Open, che era stata creata con lo scopo di supportare le attività e le iniziative di Matteo Renzi dal 2012 al 2018, compresa la Leopolda.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dall'alba di questa mattina sono in corso nuove perquisizioni, ordinate dalla procura di Firenze, nell'ambito dell'inchiesta sulla Fondazione Open, in attività dal 2012 al 2018 per sostenere iniziative politiche di Matteo Renzi, tra cui la kermesse della Leopolda.

Dall'esame dei verbali delle operazioni compiute dalla Guardia di Finanza, secondo la ricostruzione della procura, emergerebbe che la Fondazione ha agito da "‘articolazione' di partito politico" nel caso, ad esempio, della corsa di Matteo Renzi alle primarie del Pd nel 2012. L'organizzazione fu creata quindi per sostenere finanziariamente l'ascesa politica di Renzi, pagando, oltre alle spese per le convention renziana della Leopolda, le due campagne per le primarie del Pd che poi hanno portato all'elezione a segretario di Matteo Renzi (2012 e 2013) e la campagna elettorale per il referendum costituzionale del 2016. L'ipotesi che la Fondazione funzionasse come estensione di un partito politico sarebbe ravvisata dalla Procura anche dalla presenza di ricevute di versamento da parte di alcuni parlamentari. Al tempo stesso la Fondazione avrebbe anche "rimborsato spese a parlamentari".

I reati contestati dalla procura fiorentina emergerebbero dalle annotazioni della Gdf inviate al pubblico ministero titolare delle indagini sin dal 14 luglio scorso, a cui sono seguiti successivamente verbali redatti il 22 agosto, il 23 settembre, il 4 ottobre, il 9 ottobre, il 23 ottobre e il 13 novembre.

Renzi: "Chi ci ha finanziato ha rispettato la normativa"

"Questa mattina centinaia di finanzieri in tutta Italia hanno perquisito all’alba abitazioni e uffici di persone fisiche e giuridiche “colpevoli” di aver finanziato la Fondazione Open. Un’operazione in grande stile, all’alba, di forte impatto mediatico. La decisione è stata presa dai pubblici ministeri di Firenze, Creazzo e Turco, titolari anche di altre inchieste: sono loro, ad esempio, ad aver firmato l’arresto per i miei genitori, provvedimento – giova ricordarlo – che è stato annullato dopo qualche giorno dai magistrati del Tribunale del Riesame. Ma il danno mediatico, e psicologico, ormai era già stato fatto. Chi ha finanziato in questi anni la Fondazione Open ha rispettato la normativa sulle fondazioni. Cosa facesse la Fondazione è noto, avendo – tra le altre cose – organizzato diverse edizioni della Leopolda", ha scritto Renzi in un post su Facebook.

"E se è giusto che i magistrati indaghino, è altrettanto giusto che io mi scusi con decine di famiglie per bene che stamattina all’alba sono state svegliate dai finanzieri in tutta Italia solo perché un loro congiunto ha sostenuto in modo trasparente la nostra attività politica.
Sono giunto al paradosso di dare un suggerimento per il futuro alle aziende: vi prego NON FINANZIATE Italia Viva se non volete passare guai di immagine. È un paradosso perché proprio noi avevamo voluto l’abrogazione del finanziamento pubblico e un sistema trasparente di raccolta fondi all’americana. Ma se fare un versamento regolare, volontario, tracciabile e trasparente (ovviamente non a tutte le migliaia di fondazioni politiche del nostro Paese ma solo a qualche specifica fondazione) diventa occasione per una perquisizione e relativo battage mediatico mi rendo conto che sia molto difficile in questo Paese finanziare liberamente la politica. O almeno qualche politico".

"Quanto a noi: Aspetteremo con un sorriso la fine delle indagini, i processi, le sentenze, gli appelli. Noi ci fidiamo della giustizia italiana: ci possiamo permettere di aspettare perché conosciamo la verità. Io credo nella giustizia. E so che la giustizia arriva, prima o poi arriva. Se poi altri partiti utilizzano questa vicenda per chiedere commissioni di inchiesta sui partiti e sulle fondazioni io dico che ci sto. Anzi, rilancio: dovremmo allargare la commissione di inchiesta anche a quelle società collegate a movimenti politici che ricevono collaborazioni e consulenze da società pubbliche. Italiane, certo. Ma non solo italiane. Noi siamo per la trasparenza, sempre. E i processi li vogliamo fare nei tribunali, non nei social".

La replica di Bianchi

Presidente della Fondazione, fino al suo scioglimento, è stato l'avvocato Alberto Bianchi, indagato per traffico di influenze illecite e già destinatario a settembre di una perquisizione, durata tre giorni, nel suo studio in via Palestro a Firenze. Contestato anche il reato di finanziamento illecito ai partiti. Le perquisizioni sono in corso a Firenze e in altre dieci città italiane, e cioè Milano, Torino, Roma, Napoli, Parma, Bari, La Spezia, Pistoia, Alessandria e Modena. In pratica numerosi imprenditori, oggetto delle perquisizioni di oggi, avrebbero versato soldi all'avvocato Bianchi sotto forma di consulenza professionale. Quei soldi sarebbero finiti nelle casse della Fondazione.

Bianchi, 65 anni, è uno dei più stretti collaboratori dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi nel cosiddetto ‘Giglio Magico'. I militari delle Fiamme Gialle hanno sequestrato nel suo studio la documentazione relativa all'attività della Fondazione Open, con l'acquisizione dell'elenco dei finanziatori dell'attività politica dello stesso ente.

"Rinnovo la mia piena collaborazione con la magistratura affinché sia fatta chiarezza prima possibile sull'indagine che mi riguarda. Sin da subito mi sono messo a disposizione fornendo qualsiasi atto mi fosse richiesto. Del resto tutte le entrate e le uscite della Fondazione Open sono tracciabili, perché avvenute con bonifico, carte di credito… È stato fatto tutto alla luce del sole. Messo nero su bianco", ha scritto in una nota l'avvocato Alberto Bianchi.

"Si sta facendo una polemica strumentale – ha aggiunto Bianchi nella stessa nota – che potrebbe toccare qualsiasi politico e qualsiasi amministratore".

Di Maio: "Serve commissione d'inchiesta sui fondi ai partiti"

Luigi Di Maio, appresa la notizia delle perquisizioni delle Fiamme Gialle di questa mattina, ha commentato con una nota: "Anche oggi ci sono state alcune perquisizioni della Guardia di Finanza in merito a presunti finanziamenti illeciti ai partiti. Oltre al traffico di influenze illecite, sarebbero contestati anche i reati di riciclaggio e autoriciclaggio.
Non è la prima volta che succede una cosa simile. È evidente che c’è un problema serio per quanto riguarda i fondi e i finanziamenti che ricevono i partiti che finalmente abbiamo disciplinato con la nuova legge anticorruzione. Lo abbiamo chiesto in più occasioni e continuiamo a farlo oggi: serve subito una commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti. Lo chiederemo nel contratto di governo che vogliamo far partire a gennaio. Si chiami patto, contratto, accordo, l’importante è che ci siano i contenuti. Questo Governo durerà tre anni, se le forze politiche di Governo saranno compatte e se garantiremo la massima trasparenza sulla gestione di fondi pubblici e privati".

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