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Nizzi, sindaco di Olbia, canta ‘Faccetta nera’ durante una festa. Sardine: “Gravissimo, si scusi”

Bufera sul sindaco di Olbia, Settimo Nizzi: l’esponente di Forza Italia è stato ripreso mentre cantava, durante una festa, la marcia ‘Faccetta nera’. “Era una festa tranquilla tra amici, nella quale è passata prima Bella Ciao e poi Faccetta nera”, prova a giustificarsi. Attaccano le Sardine dell’Isola: “Dovrebbe scusarsi, riteniamo che il fatto sia di una gravità inaudita”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, finisce al centro della polemica per aver intonato ‘Faccetta nera’ durante una festa in un locale della città. Un’occasione in cui erano presenti vari commensali che con Nizzi, esponente di Forza Italia, hanno cantato la marcia fascista. A rivelare quanto successo la diffusione di un video: la scena, infatti, è stata ripresa da alcuni passanti con uno smartphone e il filmato ha iniziato a circolare sui social e su alcune chat. La vicenda è stata poi portata all’attenzione locale e non solo dal quotidiano La Nuova Sardegna. Che ha parlato anche con il sindaco Nizzi, secondo cui quell’occasione era nient’altro che una “festa tranquilla tra amici, nella quale è passata prima Bella Ciao e poi Faccetta nera”.

Dopo la pubblicazione della notizia da parte del giornale sardo, nella polemica sono intervenute anche le Sardine della Sardegna, mettendo sotto accusa il primo cittadino di Olbia: “Riteniamo che il fatto sia di una gravità inaudita, mentre per il sindaco Nizzi (come da sua affermazione) ‘è stata una festa tranquilla', noi riteniamo che la dittatura fascista, e relativi richiami ad essa, sia stata ed sia qualcosa di abominevole e non può passare come mero folclore. A prescindere dalle intenzioni, dalle volontà e dalle responsabilità, determinati eventi non devono passare come qualcosa di normale o accettabile”.

Le Sardine ricordano l’origine di quel canto: “Faccetta Nera è l'inno di un colonialismo feroce ed è un canto nel quale il fascismo, sconfitto dalla Resistenza e dalle Democrazie del Mondo alleatesi per questo, responsabile di leggi razziali, torture, invasioni, atrocità si riconosceva. Il sindaco dovrebbe scusarsi. La par condicio non esiste tra le culture democratiche e l'abominio razzista, sessista, imperialista. L'episodio è segno di una surrettizia edulcorazione del giudizio storico e politico sul fascismo”.

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