4.351 CONDIVISIONI

Nessuna riapertura prima del 4 maggio: il piano nazionale di Conte per la Fase 2

Non ci sono le condizioni per iniziare a programmare la riapertura prima del 4 maggio. Nei giorni scorsi il numero di dimessi e il calo di nuovi contagi da coronavirus facevano sperare che si potesse cominciare a riaprire qualche attività produttiva già da fine aprile. Ma il governo ribadisce: non bisogna abbassare la guardia. Prima del 4 maggio, quindi, tutte le misure restrittive rimangono in vigore. Solamente dopo quella data si potrà cominciare a programmare la Fase 2.
A cura di Annalisa Girardi
4.351 CONDIVISIONI
Immagine

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è riunito ieri con alcuni rappresentanti della maggioranza, per poi incontrare una delegazione di governatori, presidenti di provincia e sindaci con cui è stato messo a punto un programma di lavoro per la Fase 2, quella di graduale riapertura e allentamento delle misure restrittive. Al vertice hanno partecipato anche gli esperti della task force e alcuni rappresentanti del comitato tecnico-scientifico. Tutti hanno concordato sul fatto che al momento non sussistano le condizioni per riaprire più attività produttive, come invece suggerito nei giorni scorsi: bisognerà sicuramente attendere il prossimo 4 maggio per cominciare a ritirare le norme di sicurezza contro la diffusione del coronavirus.

Impossibile riaprire prima di maggio

Conte, in un post su Facebook, ha infatti sottolineato che, nonostante si comincino effettivamente a vedere gli effetti positivi delle misure di lockdown imposte dal governo più di un mese fa, l'abbassamento dei contagi e l'evoluzione dell'epidemia non siano ancora tali da permette di abbassare la soglia dell'attenzione e sollevare i provvedimenti restrittivi. Nei giorni scorsi, il numero dei dimessi dagli ospedali e l'inversione della curva epidemiologica avevano fatto sperare di poter cominciare a riaprire alcune fabbriche e attività commerciali già a partire da fine aprile: ma il governo chiama alla prudenza. Nel frattempo, ha ribadito Conte, l'esecutivo continua a lavorare a un piano che permette a buona parte delle attività produttive di rimettersi in marcia per inizio maggio, sempre adottando le precauzioni necessarie per evitare una nuova impennata dei contagi.

Il presidente del Consiglio ha anche evidenziato, dopo le polemiche dei giorni scorsi, come le autorità locali siano in linea con il governo centrale rispetto alle tempistiche della riapertura. I governatori territoriali, infatti, avrebbero accolto positivamente il programma arrivato da Roma su un piano nazionale contenente linee guida omogenee per tutte le Regioni. Sebbene nelle ultime settimane vari esperti avessero sottolineato come la riapertura dovesse avvenire gradualmente nel Paese, valutando lo stato dell'epidemia in ogni Regione, il governo rimarca ora la necessità di uno schema di coordinamento nazionale, in modo che una riapertura sfalsata a livello geografico non inneschi una nuova ondate di contagi.

Come si tornerà a lavoro

Per tutta la durata della Fase 2 continuerà il confronto tra governi, sia nazionale che locali, esperti, parti sociali e associazioni di categoria: nel processo di riapertura, sottolinea Conte, bisognerà infatti continuare ad attuare tutti i protocolli di sicurezza nei luoghi di lavoro. Da maggio, quindi, è probabile che si continui ad implementare lo smart working dove possibile, mentre nelle fabbriche si dovranno indossare mascherine e altri dispositivi di protezione, rispettare le distanze di sicurezza e programmare un ritorno a lavoro graduale, magari basato su turnazioni o entrate scaglionate in modo da ridurre al minimo i contatti e gli assembramenti.

4.351 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views