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Missione italiana in Libia, l’esperto: “Invio navi passo estremamente importante, ridurrà flussi”

Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali, ritiene che l’invio di navi della marina italiana in Libia a supporto della Guardia Costiera sia un passo “estremamente importante” che contribuirà alla riduzione dei flussi migratori.
A cura di Stefano Rizzuti
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La missione di supporto alla Guardia Costiera libica annunciata oggi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è un passaggio “estremamente importante” per la gestione dei flussi migratori. A dirlo a Fanpage.it è Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (Cesi). “A cosa può servire questa misura mi pare evidente – argomenta -: la Guardia Costiera libica ha fermato migliaia di migranti, l’idea è incrementare questa attività con il supporto delle forze armate italiane. Ovviamente il problema non è solo fermarli e non a caso si parla anche della creazione di luoghi gestiti da organismi internazionali dove questi migranti possano essere identificati”.

La missione di supporto può ottenere risultati concreti, secondo Margelletti: “Dato che i risultati già ci sono stati nell’attività della Guardia Costiera libica, e questo è un dato di fatto oggettivo, non una speranza, questo tipo di attività dovrà portare ulteriori risultati e aumentare il numero di migranti fermati”.

Il presidente del Cesi sottolinea l’importanza di non pensare alla Libia come a un paese “in cui applicare standard occidentali ed europei”, motivo per cui il supporto italiano può essere fondamentale. “È una nazione – spiega riferendosi a Tripoli – che sta ancora vivendo una crisi profonda e va accompagnata verso un processo di normalizzazione. Questo è il senso di dare una mano ai libici”.

Escludo che la marina militare Italiana non sia in grado di supportare la marina libica in questa azione”, aggiunge Margelletti parlando della “tradizione di efficienza unica” della marina italiana. Però, “se qualcuno pensa che questa azione porterà a fermare tutti i migranti è un ingenuo o è in malafede. Questa è una misura che tenderà a ridurre i flussi, non ad annullarli”.

Impossibile prevedere quale possa essere la portata della riduzione dei flussi, ma è “probabile che si riducano sensibilmente”. “Non lo può sapere nessuno di quanto – sottolinea Margelletti -. Ci sono in gioco una marea di variabili impossibili da valutare, come può essere un disastro o un colpo di stato in alcuni paesi africani”, fattori che potrebbero far variare sensibilmente i flussi migratori.

“Finora mancavano le condizioni” per una misura di questo genere, secondo il presidente del Centro Studi Internazionali. Se, quindi, non è mai arrivata prima una richiesta come quella degli ultimi giorni da parte del governo libico è per mancanza di condizioni tecniche ed operative e non per motivazioni politiche: “Un anno fa la Guardia Costiera libica non era nelle condizioni attuali”.

Margelletti apprezza anche la rapidità di risposta del governo Gentiloni: "La richiesta è arrivata l'altro giorno, mi pare che la risposta sia stata oltremodo rapida". E aggiunge: "I libici sono sempre stati molti chiari di non volere alcun ingerenza, a meno che loro non lo chiedessero".

Proprio sulla richiesta libica si è aperta una polemica con la parziale smentita da parte del governo di Tripoli. "Lascio le polemiche a chi ama farle – replica il presidente del Cesi -. C’è stata una richiesta ufficiale del governo libico e la partita si chiude lì. E poi si tenga conto che i libici hanno anche una partita interna di propaganda loro e va valutato tutto. La cosa si chiude qui".

Margelletti esclude altre mosse nell'immediato in seguito alla richiesta libica e alla misura decisa da Gentiloni: "Stiamo parlando di una partita che non nasce sulle coste della Libia, ma nasce nei paesi di partenza, la filiera è lunga. Certamente la cosa più importante è cercare di avere un quadro di alleanze più ampio possibile, ma ciò richiede molto tempo e non è detto che tutti gli sforzi portino a un risultato".

La richiesta della Libia potrebbe anche essere estesa ad altri paesi europei, ma Margelletti esprime dubbi sul fatto "che altri siano disposti a fare quello che faremo noi. Se devo valutare quello che è successo finora – conclude – non ho visto in questi anni una straordinaria solidarietà europea da questo punto di vista".

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