Migranti, protesta dei parlamentari della Lega sotto Palazzo Chigi: “Stop invasione”
Protesta della Lega davanti a Palazzo Chigi: i parlamentari del Carroccio si schierano davanti alla sede del governo in segno di solidarietà “con Musumeci, il sindaco di Lampedusa e con tutti i sindaci che devono sopportare l’invasione dei migranti per colpa dell’incapacità del governo”. “Stop invasione”, è lo slogan stampato sui cartelli e ripetuto da deputati e senatori leghisti in attesa dell’arrivo proprio del presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, e del sindaco di Lampedusa, Totò Martello, che verranno ricevuti dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il servizio d’ordine di Palazzo Chigi ha allontanato a distanza di sicurezza i parlamentari che hanno chiesto di poter incontrare Conte per denunciare quella che definiscono come “un’invasione” dei migranti.
La protesta dei parlamentari leghisti a Chigi
I manifestanti indossano una maglietta con la scritta “processate anche me”. “Questo è un presidio a sostegno di Musumeci, della Sicilia, dell'ordinanza regionale, dei sindaci che per la mancata gestione del dossier migranti sono in difficoltà. Sono sindaci di qualsiasi colore politico che sono stanchi dell'incapacità del governo”, sottolinea il capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo. Che chiede al presidente del Consiglio di scendere e confrontarsi con loro: “Che almeno abbia il coraggio di venire giù”, ribadisce.
Migranti, Romeo contro governo e Conte
Lo stesso Romeo prosegue: “Devono spiegare agli italiani, non può scappare e far finta di nulla. In un paese normale il premier si presentava un giorno dopo in Parlamento. Eravamo disponibili anche a metà agosto di venire qua a sentire le sue comunicazioni. Siamo stanchi di essere presi in giro, non si può far sberleffo del Parlamento in questa maniera”. Poi il capogruppo leghista a Palazzo Madama continua a prendersela con il governo: “La risposta qual è? Cambiare i decreti sicurezza? Allora vuol dire che andiamo molto molto peggio. Già non vengono rispettati oggi, se poi li vogliono anche cambiare e quindi favorire ulteriormente le Ong che sono i taxi del mare, lo diceva Di Maio, adesso se si vuole andare in questa direzione non penso che a Lampedusa le cose possano migliorare”.