240 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
News su migranti e sbarchi in Italia

Migranti, perché il Tribunale dei ministri ha archiviato l’indagine su Salvini nel caso Alan Kurdi

L’indagine a carico dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sul caso Alan Kurdi è stata archiviata in quanto “l’assenza di norme di portata precettiva chiara applicabili alla vicenda non consente di individuareprecisi obblighi di legge violati dagli indagati”. Secondo il Tribunale dei ministri sarebbe lo Stato di primo contatto a dover assegnare un porto sicuro: in quel caso, quindi, la responsabilità era del Paese di cui la nave batteva bandiera, ossia la Germania.
A cura di Annalisa Girardi
240 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Lo scorso 21 novembre il Tribunale dei ministri ha archiviato l'indagine a carico dell'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Le accuse erano di abuso di ufficio e omissione di atti d'ufficio nel caso dello sbarco della Alan Kurdi, la nave della Ong tedesca Sea Eye. A togliere Salvini dai guai è stata una piccola precisazione riguardante un vuoto legislativo nella normativa che regola l'individuazione di un porto sicuro.

La nave umanitaria tedesca aveva soccorso 64 migranti a largo delle coste libiche lo scorso aprile: il leader leghista aveva rifiutato lo sbarco alla Alan Kurdi che aveva quindi raggiunto Malta. I naufraghi, fra cui donne e bambini, erano poi stati distribuiti fra Germania, Francia, Lussemburgo e Portogallo. Salvini era risultato quindi indagato dalla procura di Roma, ma i giudici del Tribunale dei ministri, Maurizio Silvestri, Marcella Trovato e Chiara Gallo, hanno deciso di archiviare l'inchiesta in quanto "l’assenza di norme di portata precettiva chiara applicabili alla vicenda non consente di individuare, con riferimento all’ipotizzato, indebito rifiuto di indicazione del Pos (Place of safety), precisi obblighi di legge violati dagli indagati, e di conseguenza di ricondurre i loro comportamenti a fattispecie di rilevanza penale".

Secondo il Tribunale sarebbe lo Stato di primo contatto a dover assegnare un porto sicuro (attenzione: non a fornirlo, solamente a coordinare le operazioni): in quel caso, quindi, la responsabilità era del Paese di cui la nave batteva bandiera, ossia la Germania. I giudici hanno anche sottolineato come, nel caso in cui lo Stato bandiera sia troppo lontano, la normativa non presenti "soluzioni precettive idonee ai fini di un intervento efficace volto alla tutela della sicurezza dei migranti in percolo", per cui l'esito dei soccorsi viene affidato a "una concreta e fattiva cooperazione tra gli Stati interessati che, fino a oggi, è di fatto scritta solo sulla carta".

Alla notizia dell'archiviazione delle indagini a suo carico, Salvini aveva commentato: "L'archiviazione sul caso Alan Kurdi? Una buona notizia, ogni tanto. Un Tribunale finalmente riconosce che bloccare gli sbarchi non autorizzati di immigrati non è reato! Sono curioso di vedere a questo punto cosa decideranno le altre Procure, e una volta tornato al governo rifarò esattamente le stesse cose".

240 CONDIVISIONI
847 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views