Migranti, il comandante De Falco (M5s) contro Salvini: “Non si possono chiudere i porti”

Il naufrago deve essere salvato e i porti italiani non devono essere chiusi. Due concetti chiari espressi da Gregorio De Falco, senatore del MoVimento 5 Stelle e comandante diventato celebre per le frase rivolte a Schettino nel momento del naufragio della Costa Concordia (il famoso "salga a bordo"). In un’intervista al Corriere della Sera, De Falco esprime le sue convinzioni – dall’alto di una decennale esperienza in mare – schierandosi dalla parte del presidente della Camera Roberto Fico e in evidente contrapposizione con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Il naufrago – afferma De Falco – ha diritto di essere salvato, senza che sia compiuta alcuna valutazione, non conta la provenienza, la etnia. Il naufragio è una situazione di fatto da cui discendono obblighi verso chiunque civile o militare, italiano o straniero, che sia in grado di portare soccorso”.
Secondo De Falco i porti non si possono chiudere: “C’è una differenza fra migrazione e naufragio. La prima è burocrazia, il secondo implica un soccorso umanitario. Non si possono chiudere i porti. Il problema è la vita di queste persone. Ora dobbiamo capire se in Libia sono in grado di gestire e coordinare autonomamente le operazioni in mare meglio delle Ong e della Guardia costiera. Il Movimento non deve lasciare campo libero”.
Il senatore M5s spiega che il suo è un discorso “tecnico”: “La persona salvata in mare quando scende dalla nave è un naufrago, solo dopo inizia l’immigrazione”. E risponde anche a una domanda sulle imbarcazioni che operano nel Mediterraneo, spiegando di non fare distinzioni tra le navi, che siano Ong o altro: “Non le faccio perché non le fa nessun regolamento”.
De Falco sostiene che sia corretto che a farsi carico degli sbarchi siano anche altri paesi, come avvenuto nel caso della nave Aquarius approdata nel porto spagnolo di Valencia. “Le frontiere sono europee e ci deve essere un necessario senso di solidarietà e responsabilità tra i Paesi Ue, anche se in questo momento si tratta di una situazione, quella dei naufraghi, che non ha una dimensione biblica. Rispetto a qualche anno fa i numeri non sono esagerati”.
Le critiche al governo e al ministro dell’Interno proseguono: “A me interessa delle vite umane, non del consenso. L'aggressività può avere un senso se ottieni dei risultati. E se ci sono morti è chiaro che non va tutto bene”. Secondo De Falco, la mossa di Salvini è stata “politica, non tecnica”. E attacca ancora: “Mi auguro ci siano altri passi diplomatici. Mi chiedo: ci sono davvero questi motivi di ordine pubblico che giustificano la chiusura? Chiedetelo a Salvini”.