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Migranti, cosa vuole fare Draghi: “Serve meccanismo di ridistribuzione obbligatorio in Ue”

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel suo intervento di replica, ha chiarito come intende affrontare il dossier immigrazione in Europa: “L’Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, propone come concreta misura di solidarietà un meccanismo obbligatorio di redistribuzione dei migranti pro quota”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto nell'Aula del Senato per una replica, dopo che questa mattina aveva elencato, sempre a Palazzo Madama, i punti principali del suo programma di governo.

Questa sera, prima di ricevere il voto di fiducia, il premier si è scusato per non aver parlato esplicitamente, nel suo intervento di questa mattina, di come intenda affrontare il dossier immigrazione: "La risposta più efficace e duratura passa per una piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni europee", ha affermato durante la sua replica.

"Permane – ha sottolineato – la contrapposizione tra Stati di frontiera esterna, e Stati del Nord e dell'Est Europa, principalmente preoccupati di evitare i cosiddetti movimenti secondari. L'Italia, appoggiata anche da alcuni Paesi mediterranei, come la Spagna, la Grecia, Cipro e Malta, propone come concreta misura di solidarietà un meccanismo obbligatorio di redistribuzione dei migranti pro quota".

"Mi scuso per non aver esplicitamente sollevato il problema dell'immigrazione – ha detto – È d'altronde uno dei dossier politici più rilevanti a livello europeo quello sulle proposte normative presentate dalla Commissione nel settembre dello scorso anno, nell'ambito del cosiddetto patto europeo su migrazione ed asilo". Il presidente del Consiglio che "si tratta di nuove proposte che fanno seguito al fallimento dei negoziati svolti nel periodo 2014-19 per la riforma del sistema comune europeo di asilo che non sciolgono lo stallo politico che continua a bloccare l'azione dell'Unione europea, specie sulla declinazione del principio di solidarietà".

Questa mattina nel suo discorso programmatico si era limitato solo a fare un passaggio: "Altra sfida sarà il negoziato sul nuovo Patto per le migrazioni e l'asilo, nel quale perseguiremo un deciso rafforzamento dell'equilibrio tra responsabilità dei Paesi di primo ingresso e solidarietà effettiva. Cruciale sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale, accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati". Era bastato questo a fargli incassare l'applauso convinto di Matteo Salvini.

Ma il tema è molto delicato e divisivo se si considera che proprio al ministero dell'Interno Draghi ha confermato la ministra Lamorgese, osteggiata da Lega e Fratelli d'Italia per aver cancellato i decreti Sicurezza. Anche per questo Matteo Salvini spera di poter contare su un ‘suo' sottosegretario al Viminale, e Stefano Candiani è uno dei papabili.

"Vedo lo stesso ministro dell'Interno che ha aperto i porti all'immigrazione clandestina e che ha reso l'Italia il campo profughi dell'Europa e che ha agevolato che arrivassero su questa sponda del Mediterraneo i terroristi", ha detto nel suo intervento la senatrice di FdI Daniela Santanchè. Le fa eco la presidente del partito Giorgia Maloni: "La conferma della Lamorgese significa voler andare avanti con la politica dell'immigrazione illegale di massa, perché questo ha fatto Luciana Lamorgese nell'ultimo anno e mezzo".

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