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Migranti, Civati: “Illegale riportare indietro le 100 persone salvate, Libia è luogo insicuro”

Giuseppe Civati e Andrea Maestri denunciano la violazione dei diritti umani: “I migranti riportati in Libia su impulso del governo italiano sono una pagina nera per il nostro paese e per l’Europa, culla dei diritti umani. Si tratta di una violazione del divieto di refoulement, ma anche del diritto di asilo garantito dall’art. 10 della Costituzione”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Le 100 persone che si trovavano a bordo del barcone in avaria al largo di Misurata, dopo diversi appelli rimasti inascoltati, sono state riportate in Libia. Ieri sera il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato che un mercantile inviato dalle autorità libiche ha raggiunto il barcone il natante, mentre i cento naufraghi a bordo lanciavano disperate richieste d'aiuto, rischiando di morire assiderati in mare. In un primo momento non era chiaro quale Stato dovesse occuparsi del soccorso: all'inizio sembrava che Malta avesse assunto il coordinamento delle operazioni, mentre dalla sala operativa di Tripoli non arrivava alcuna risposta. Poi sia Roma sia La Valletta hanno comunicato ad Alarm Phone, il call center indipendente che ieri ha raccolto l's.o.s. del barcone, che Tripoli era l'autorità responsabile.

Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, e Andrea Maestri della segreteria nazionale del partito, hanno denunciato una violazione dei diritti umani ai danni di questi superstiti: "I migranti riportati in Libia su impulso del governo italiano sono una pagina nera per il nostro paese e per l’Europa, culla dei diritti umani. Si tratta di una violazione grave e patente del divieto di refoulement di cui all’articolo 33 della Convenzione di Ginevra ma anche del diritto di asilo garantito dall’art. 10 della Costituzione. Siamo oltre alla totale distruzione dei diritti umani, perché ci troviamo di fronte a delle misure illegittime". 
"La Libia – hanno aggiunto in una nota Civati e Maestri – non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati ed è un luogo insicuro, dove i migranti sono ridotti in schiavitù, torturati, stuprati, sottoposti a trattamenti disumani e degradanti, anche a causa del memorandum d’intesa firmato nel febbraio 2017 da Gentiloni e cucinato da Minniti con i ‘sindaci' libici. Non più tardi di ieri Conte diceva che nella sua seconda vita avrebbe portato i trafficanti di esseri umani davanti alla Corte Penale Internazionale e oggi viola il diritto umanitario internazionale. Richiamiamo Conte alle sue gravi responsabilità e ad un po' più di coerenza e a un minimo di decenza".

È la stessa obiezione mossa da Alarm Phone, che si è occupato dei migranti: la soluzione scelta sarebbe illegale: "Abbiamo perso il contatto con le 100 persone nel Mediterraneo dopo le 19.45 di ieri e dunque dobbiamo fidarci delle autorità sul loro salvataggio. Ciò che sappiamo è che, in base alle loro ultima posizione Gps, erano in acque internazionali e dunque sono stati illegalmente riportati nella Libia sconvolta dalla guerra", ha scritto su Twitter Alarm Phone

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