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Migranti, anche le suore di clausura vogliono accoglierli: “Tutelateli”. E scrivono a Conte e Mattarella

Le suore di clausura dei monasteri di tutta Italia sono pronte ad aprire le porte dei conventi ai rifugiati. Nei giorni scorsi le sorelle clarisse e carmelitane hanno inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Anche noi, quindi, osiamo supplicarvi: tutelate la vita dei migranti!”
A cura di Annalisa Cangemi
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Pochi giorni fa, esattamente l'11 luglio scorso, le sorelle clarisse e carmelitane hanno inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una lettera che adesso è stata pubblicata anche dal quotidiano ‘Avvenire'. Le suore si sono dette preoccupate per il vento d'odio e di intolleranza che soffia in questo momento nel Paese, e per la difficile situazione vissuta dai migranti e dai naufraghi.

"Con questa lettera aperta vorremmo dare voce ai nostri fratelli e sorelle migranti che scappano da guerre, persecuzioni e carestie, affrontano viaggi interminabili e disumani, subiscono umiliazioni e violenze di ogni genere che ormai più nessuno può smentire", scrivono le sorelle, che spiegano di poter parlare a nome di tutti i monasteri presenti sul territorio, pur non avendo potuto contattarli tutti, per ragioni logistiche. "Facciamo nostro l’appello contenuto nel Documento sulla fratellanza umana firmato da papa Francesco e dall’imam di al-Azhar Ahmed al-Tayyeb  – continuano – chiedendo ‘ai leader del mondo, agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale, di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace'". 

"Anche noi, quindi, osiamo supplicarvi: tutelate la vita dei migranti! – scrivono accorate in un altro passaggio della missiva – La nostra semplice vita di sorelle testimonia che stare insieme è impegnativo e talvolta faticoso, ma possibile e costruttivo. Solo la paziente arte dell’accoglienza reciproca può mantenerci umani e realizzarci come persone". 

Ma l'appello non si limita soltanto a invocare una soluzione in modo astratto: "Molti monasteri italiani, appartenenti ai vari ordini, si stanno interrogando su come contribuire concretamente all’accoglienza dei rifugiati, affiancando le istituzioni diocesane. Alcuni già stanno offrendo spazi e aiuti. E, al tempo stesso, tutte noi cerchiamo di essere in ascolto della nostra gente per capirne le sofferenze e le paure". E ancora: "Desideriamo sostenere coloro che dedicano tempo, energie e cuore alla difesa dei profughi e alla lotta a ogni forma di razzismo, anche semplicemente dichiarando la propria opinione". 

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