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Migranti, 1600 bimbi morti in tutto il mondo dal 2014: 678 solo nel Mediterraneo

Il Missing Migrants Project dell’Iom ha ricostruito il numero di bambini morti nel mondo durante le migrazioni tra il 2014 e il 2018: sono stati segnalati quasi 1.600 bambini morti o dispersi, anche se chiaramente il numero preciso è impossibile da ricostruire. Il numero più alto di minori che hanno perso la vita si conta nel Mediterraneo, con 678 giovani vittime.
A cura di Annalisa Cangemi
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Domani 3 ottobre ricorre il sesto anniversario di una delle più gravi tragedie del mare dall'inizio delle ondate migratorie di questi ultimi anni, avvenuta nel 2013, quando al largo dell'isola di Lampedusa 368 migranti persero la vita. Tra i morti e dispersi ci sono anche numerosi bambini: il recente rapporto ‘Iom Fatal Journeys. Missing Migrant Children', affronta il tema dei bambini che intraprendono viaggi pericolosi e spesso fatali e che risultano sempre più numerosi.

Secondo il Missing Migrants Project dell'Iom, tra il 2014 e il 2018 sono stati segnalati quasi 1.600 bambini morti o dispersi in tutto il mondo durante la migrazione, anche se chiaramente il numero preciso è impossibile da ricostruire.

I dati disponibili indicano che il numero maggiore di bimbi morti si conta nel Mediterraneo, con 678 minori deceduti o scomparsi tra il 2014 e il 2018. La maggior parte delle morti registrate è avvenuta nel Mediterraneo orientale, dove almeno 443 bambini hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere la Grecia dalla Turchia. La pericolosa traversata del Mediterraneo centrale ha provocato la morte di almeno 200 bambini dal 2014. Secondo la Fondazione Ismu questo numero è sicuramente sottostimato, poiché le informazioni sull'età delle vittime sono disponibili solo per il 14% degli incidenti registrati nel Mediterraneo centrale.

La rotta Mediterranea è la più pericolosa al Mondo

Dal 2013 al 30 di settembre 2019 sono stati oltre 19mila i migranti morti e dispersi nelle acque del Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l'Europa. Nonostante il considerevole calo degli sbarchi di migranti sulle coste europee nel corso dell'ultimo biennio, dovuto soprattutto agli accordi con la Turchia prima e con la Libia successivamente, si continua a morire in mare e resta alto il tasso di mortalità. Quasi mille persone – sostiene la Fondazione Ismu – hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nei primi nove mesi del 2019, 13 ogni mille sbarcati.

Facendo una comparazione globale, il numero di morti maggiore nel 2018 si registra proprio nel Mediterraneo: secondo il report dell'Iom sono 3983, e 2299 sono i morti nel mar Mediterraneo. Nel 2019 i dati di cui siamo a conoscenza fino a oggi 2 ottobre, ci dicono che le persone che hanno perso la vita nel tentativo di migliorare le proprie condizioni di vita sono 2368 in tutto il mondo, 994 i morti che si contano nel Mar Mediterraneo. Il mese più nero del 2019 per i viaggi dei migranti nel mondo è stato gennaio, con almeno 489 morti, seguito dal mese di luglio, in cui si contano 356 morti.

In particolare il viaggio verso l'Italia è il più pericoloso: due terzi dei morti e dispersi nel Mediterraneo è partito dal Nord Africa ed era diretto in Italia. Dal 1° gennaio al 29 settembre del 2019 sono sbarcate in Italia 7.453 persone, mentre i morti e i dispersi nella rotta del Mediterraneo centrale (in partenza principalmente dal Nord Africa) verso l'Italia sono stati 669.

La rotta più pericolosa, dopo quella mediterranea, è la frontiera tra Stati Uniti e Messico, dove si contano, sono nel 2019, 323 vittime, mentre se ne sono registrate 444 in tutto il 2018.

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