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Mes, Salvini cita il ‘no’ di 32 prof: “Spero non vengano marchiati di infamia con stella gialla”

Nel dibattito sul Mes al Senato interviene il leader della Lega, Matteo Salvini, citando un documento sottoscritto da 32 prof universitari contrari alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità: “Non vorrei che venissero marchiati di infamia con una stella gialla perché hanno avuto il coraggio di dire di no”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo le comunicazioni di questa mattina alla Camera il presidente del Consiglio Giuseppe Conte interviene anche a Palazzo Madama, in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre. Prima di iniziare il suo discorso in Aula dice: "Non sono preoccupato, assolutamente. Adesso vediamo, con la massima prudenza rispetto alle prerogative del Parlamento". Il Senato dà parere favorevole alla risoluzione di maggioranza con 165 voti favorevoli, 122 contrari e 1 astenuto, superando dunque la soglia psicologica dei 160. In sede di dichiarazione di voto sulle risoluzioni,  interviene in Aula anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che annuncia contro la riforma del Fondo Salva-Stati una risoluzione comune di centrodestra.

L’intervento di Salvini parte citando un documento sottoscritto da 32 docenti universitari: “Il Mes è un meccanismo inutile e peggiorerebbe la situazione dell’Italia”, afferma il leader leghista citando il parere di 32 professori universitari, nominato uno per uno. “Non vorrei che venissero marchiati di infamia con una stella gialla perché hanno avuto il coraggio di dire di no”, insiste ancora Salvini. E non risparmia una frecciatina a Conte: “Sono tutti professori veri, con concorsi veri. Questi non hanno svenduto la loro coerenza per salvare la loro poltrona”. Il leader della Lega si rivolge ancora al presidente del Consiglio, definendolo come “la copia sbiadita del professor Monti”.

Salvini passa in rassegna anche altri argomenti, citando il caso dell’Ilva e facendo riferimento alle dichiarazioni di Luca Ricolfi sul Mes, che ricorda come “tra i punti deboli ci sia anche lo scudo penale a favore dei suoi membri”. Salvini quindi va all'attacco: “Andate a spiegarlo agli operai dell’Ilva di Taranto che lo scudo non vale a Taranto ma vale a Bruxelles”. Poi un riferimento al Pd: “La sovranità non appartiene al Pd, appartiene al popolo in questo Paese”. Ancora, in Aula il leader leghista parla di antisemitismo: “Oggi l’antisemitismo è odiare Israele e se qualcuno odia Israele in questa Aula dovrebbe essere allontanato da quest’Aula”. Ancora un ultimo passaggio sull’ipotesi che qualche senatore del M5s possa passare con la Lega: “Qualcuno parla di mercato delle vacche. Ma nel programma elettorale del M5s si legge testualmente che si impegnerà allo smantellamento del Mes. Io non ho cambiato idea”.

Conte, invece, parla tra il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola. Al banco dei ministri ci sono anche il responsabile per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Il testo del premier Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ricalca quello già enunciato alla Camera dei deputati questa mattina.

Dopo il premier replica anche Alberto Bagnai, economista della Lega e presidente della commissione Finanze di palazzo Madama: "Non parlerei, come hanno fatto i colleghi della Camera bassa di tradimento, non userei questi toni accesi, non siamo di fronte a un melodramma come Tristano e Isotta, ma più a una commedia all'italiana ambientata in provincia: lui lei e l'altro, caro dammi la fiducia…". 

"La commedia è andata avanti così per parecchio tempo – aggiunge – ma vale la pena ricordare quando è stata interrotta: quando abbiamo avuto la plastica conferma che il gruppo degli ex alleati non ci avrebbe più sostenuto nel contrastare il pacchetto preconfezionato che arrivava dall'Europa". A queste parole il gruppo leghista, tra i cui banchi è seduto il leader Matteo Salvini, applaude rumorosamente.

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