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Mes, M5s dice che finché sarà al governo non verrà mai attivato

Il M5s ribadisce che finché resterà al governo il Mes non sarà mai attivato. Il deputato M5S Filippo Scerra, intervenendo in Aula alla Camera dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte in vista del Consiglio europeo, ha detto che il Mes è stato utilizzato “come pretesto per mettere in difficoltà maggioranza e governo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sono 13 i deputati di M5s che hanno votato ‘no' alla risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes di questa mattina in Aula alla Camera, a cui vanno aggiunti altri 10 deputati che non hanno preso parte al voto. È quanto emerge dai tabulati di Montecitorio. I ‘no' sono stati espressi da Fabio Berardini, Pino Cabras, Andrea Colletti, Emanuela Corda, Jessica Costanzo, Carlo Ugo De Girolamo, Francesco Forciniti, Paolo Giuliodori, Mara Lapia, Alvise Maniero, Francesco Sapia, Arianna Spessotto, Andrea Vallascas.

Durante le dichiarazioni di voto, avevano preso la parola in dissenso dal gruppo annunciando il proprio ‘no' solo Andrea Colletti, Pino Cabras, Fabio Berardini, Alvise Maniero, Maria Lapia, Francesco Forciniti.

"Con il Movimento 5 Stelle al governo il Mes non sarà mai attivato", ha detto il deputato M5S Filippo Scerra, intervenendo in Aula dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Il Mes, è stato utilizzato "come pretesto per mettere in difficoltà maggioranza e governo", ha aggiunto.

"È giusto dire in maniera chiara che questo non è un voto per attivare il Mes. Non è neanche un voto per ratificare la sua riforma, che avverrà nell'arco del 2021 e sulla quale ci riserviamo di fare le opportune valutazioni alla luce dell'avanzamento dei lavori relativi alla modifica del Patto di stabilità, a Edis e alla costruzione di una nuova stagione dell'integrazione europea. È un voto per dare mandato pieno al nostro presidente Giuseppe Conte", ha sottolineato Scerra.

"Non si può dire votiamo sì perché poi voteremo no", ha affermato Cabras, annunciando in dissenso dal proprio Gruppo il voto contro la riforma del Mes. "Voterò contro questa risoluzione, che è sbagliata" perché "danneggia l'Italia e appesantirà quella spada di Damocle che i Paesi frugali continuano a far prendere sul nostro Paese", ha spiegato Alvise Maniero, deputato M5S, intervenendo in Aula. "Io non indebolirò lei – ha detto rivolgendosi al premier Conte – e non voterò mai contro il mio Paese".

"Il problema non è se chiederemo l'attivazione ma che autorizzando l'attivazione del Mes, la Bce si riterrà autorizzata all'inizio del 2022 a ridurre l'acquisto dei titoli di debito pubblico e qualora dovesse succedere, con l'aumento dei tassi di interesse, un governo tecnico si troverà a supplicare la tutela del Mes – ha detto nel suo intervento in Aula alla Camera il deputato pentastellato Andrea Colletti – Con la sua firma lei rischierà infatti di non essere più alla guida del governo. Presidente, si ricordi, che i congiurati non sono quelli che pubblicamente pendono posizione, ma storicamente i congiurati sono i commensali, quelli che siedono al tavolo. Per questo non posso dare voto favorevole alla risoluzione".

"Votare a favore" della risoluzione di maggioranza "sarebbe un tradimento verso i nostri elettori. Non vi è stato un dialogo con noi e con i nostri attivisti, come avremmo dovuto fare. Noi volevamo smantellarlo il Mes e invece siamo qui e lo abbiamo anche peggiorato. Stiamo portando qui dentro una bomba a orologeria", ha detto la deputata M5S Mara Lapia, intervenendo alla Camera.

I 13 voti contrari dei deputati pentastellati hanno riguardato tre votazioni su quattro. La risoluzione di maggioranza infatti è stata votata per parti separate, e i ‘dissidenti' M5s hanno votato contro nelle tre votazioni che riguardavano il Mes. Rispettivamente si sono avuti 297 voti favorevoli (sulla parte del testo specifico sulla riforma del Trattato), 300 voti favorevoli e di nuovo 300 voti favorevoli. Nella votazione in cui la maggioranza ha incassato il maggior numero di sì, pari a 314, non si registrano invece voti contrari nel gruppo M5s, sempre scorrendo i tabulati. Nella votazione in cui si registra il numero più basso di voti favorevoli, 297 sì, gli assenti tra le fila pentastellate ma non in missione sono in tutto 10 (Berti, Del Monaco, Grillo, Emiliozzi, Lombardo, Menga, Raduzzi, Romaniello, Volpi e Zanichelli).

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