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Mes, il M5S chiede un vertice di maggioranza: “Il Parlamento non può essere tenuto all’oscuro”

Ancora polemiche sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. Anche il Movimento Cinque Stelle è intervenuto, chiedendo un vertice di maggioranza per discutere la questione: “La discussione sul Mes deve essere trasparente, il Parlamento non può essere tenuto all’oscuro dei progressi nella trattativa e non è accettabile alcuna riforma peggiorativa. Sul Mes noi non siamo d’accordo”.
A cura di Annalisa Girardi
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Anche il Movimento Cinque Stelle interviene sulla questione della riforma al Mes, il Meccanismo di stabilità europeo. "Il Parlamento aveva dato un preciso mandato al Presidente del Consiglio. La discussione sul Mes deve essere trasparente, il Parlamento non può essere tenuto all'oscuro dei progressi nella trattativa e non è accettabile alcuna riforma peggiorativa", hanno affermato in una nota i deputati pentastellati della commissione Finanze. Poi aggiungono, chiedendo un vertice di maggioranza: "Oggi è chiaro, invece, che la riforma del Mes sta andando proprio nella direzione che il Parlamento voleva scongiurare. Chiediamo al Capo Politico di far convocare un vertice di maggioranza, perché sul Mes noi non siamo d'accordo".

Nei giorni scorsi la riforma del Mes era finita al centro delle polemiche in quanto i leader dell'opposizione, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, avevano accusato il presidente del Cosiglio, Giuseppe Conte, di aver firmato "di notte e di nascosto" il via libera alle modifiche del Meccanismo. "Se qualcuno ci infila in questa gabbia del Mes, i titoli di Stato rischiano di valere sempre meno. Se qualcuno ha firmato all'oscuro del popolo e del Parlamento lo dica adesso, altrimenti sarà alto tradimento e per i traditori in pace e guerra il posto giusto è la galera", aveva detto Salvini.

Le risposte dal governo

Palazzo Chigi ha risposto prontamente alle accuse, facendo il punto della situazione sulla questione: "La Presidenza del Consiglio ha l’obbligo di chiarire le notizie infondate e false diffuse, anche oggi, dal senatore Matteo Salvini. Innanzitutto, la revisione del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) non è stato ancora sottoscritto né dall’Italia né dagli altri Paesi e non c’è stato ancora nessun voto del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, o degli altri Capi di Stato e di governo europei sul pacchetto complessivo di questa riforma. In definitiva, nessuna firma né di giorno né di notte".

Dal ministero dell'Economia, invece, comunicano che il ministro Roberto Gualtieri aveva già in passato chiesto un audizione in Parlamento per spiegare a che punto sono le trattative sul Mes: "Il ministro Gualtieri ha inviato lo scorso 7 novembre al Presidente della Commissione Finanze, il Senatore Alberto Bagnai, la richiesta di essere audito in merito alla riforma del Mes, della quale è stata programmata la firma in dicembre sulla base dell'intesa raggiunta dal Consiglio europeo nello scorso mese di giugno. L'audizione è stata calendarizzata per il prossimo 27 novembre".

Che cos'è il Mes

Si tratta di un fondo finanziario europeo per la stabilità dell'Eurozona, nato nel 2012 nel pieno della crisi dei debiti sovrani. Il Mes si occupa di fornire assistenza finanziaria agli Stati membri in condizioni di difficoltà economica: ovviamente, in cambio, impone il rispetto di una serie di clausole sui conti pubblici. A fine 2017 la Commissione europea ha fornito una serie di linee guida per la riforma del Mes e a giugno del 2019 l'Eurogruppo ha raggiunto un accordo sulle modifiche da prendere in esame.

L'intesa raggiunta su una modifica del Mes sarebbe solamente una bozza, nulla di più. Sul tavolo delle modifiche, tuttavia, ci sarebbero anche le clausole che permettono a un Paese di accedere all'assistenza finanziaria. Inoltre verrebbe introdotta un'analisi preventiva sulla stabilità del debito pubblico che potrebbe portare a una ristrutturazione del proprio debito per accedere al sostegno del Mes: in altre parole, i titoli di Stato effettivamente perderebbero parte del loro attuale valore. Su questo punto sono però arrivate le rassicurazioni di Mario Centeno, presidente dell'Eurogruppo, che ha affermato: "Nella riforma del Meccanismo europeo di stabilità non c'è nessuna ristrutturazione automatica del debito". Centeno ha poi spiegato che l'accordo sul Mes sarà discusso il prossimo anno nei parlamenti nazionali, che avranno in quell'occasione la possibilità di intervenire.

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