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Mes, Di Maio: “Bisogna rinviarlo, se non siamo certi che l’Italia è al sicuro non firmo”

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, torna a parlare del Mes e tiene la barra dritta sulla posizione del M5s, chiedendo un rinvio: “Così com’è non va bene, perché espone l’Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti”. Per questo motivo Di Maio spiega che “finché non avremo la certezza al 200% che l’Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il capo politico del Movimento 5 Stelle e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, torna a riaffermare la sua posizione sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, e a rivendicare un ruolo centrale nella decisione che l’Italia dovrà prendere. “Siamo molto determinati”, scrive Di Maio in un post su Facebook. Il punto è esplicitato subito dopo: “Per noi bisogna rinviare: così com’è non va bene, perché espone l’Italia e gli italiani a dei rischi troppo alti. Se investo i miei soldi per il futuro poi non posso avere qualcuno che me li ridà solo in cambio di manovre lacrime e sangue. Questo a casa mia si chiama ricatto e non siamo d’accordo. Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica in Parlamento ed è giusto che dica la sua”.

Il ministro degli Esteri dovrebbe firmare il Mes in qualità di capo della Farnesina. Ma non è detto che lo faccia nel caso in cui il Meccanismo non venga modificato: “Abbiamo girato in lungo e in largo l’Italia in questi anni e abbiamo incontrato milioni di italiani in ginocchio a causa di trattati firmati con superficialità o dolo da ministri che potevano ascoltare di più. In qualità di ministro degli Esteri dovrei firmare il Mes o delegare questa firma ad un rappresentante del corpo diplomatico. Questa firma ci impegnerà per i prossimi 50 anni. Finché non avremo la certezza al 200% che l’Italia sarà al sicuro, non apporrò nessuna firma”.

Il M5s tira dritto sulla revoca della concessione ad Autostrade

Il capo politico del Movimento 5 Stelle torna anche a parlare della revoca della concessione ad Autostrade: “Voglio assicurare tutti che andremo fino in fondo. Ricordate quando eravamo i soli a dirlo? Tutti ci ritenevano dei pazzi e adesso che stanno uscendo le carte e le perizie che inchiodano Autostrade e i Benetton si sono allineati. Qualcuno dovrebbe scusarsi con Danilo Toninelli. Stare vicini ai familiari delle vittime del Ponte Morandi significa togliere le concessioni a chi si è arricchito alle nostre spalle, alzando di anno in anno il costo dei pedaggi autostradali e chiudendo un occhio, anzi due, sulla manutenzione”.

Sulla prescrizione Di Maio avverte il Pd

Il post di Di Maio nasce soprattutto dall’esigenza di ribadire la posizione del Movimento 5 Stelle sul tema della prescrizione: “Credo sia opportuno mettere le cose in chiaro. La nostra riforma dal primo gennaio diventa legge. Su questo non discutiamo”, è l’ultimatum lanciato al Pd. Così spiegato da Di Maio: “Se qualcuno sbaglia deve pagare, non può farla franca perché il processo si è dilungato. Dalle dichiarazioni di ieri ho capito che il Pd vorrebbe votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la prescrizione com'era ideata da Berlusconi. Sarebbe un Nazareno 2.0, ma avrò capito male io…”.

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