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Mattarella bacchetta la maggioranza: “No ad attacchi strumentali contro i giudici”

Sergio Mattarella ha definito quelli contro i giudici “attacchi strumentali per indebolire il ruolo della giurisdizione e per rendere inopportunamente alta la tensione tra le istituzioni”. Dopo il discusso paragone tra magistrati e mafiosi del sottosegretario Delmastro, le parole pronunciate oggi dal presidente della Repubblica, suonano come una bacchettata nei confronti della maggioranza.
A cura di Giulia Casula
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Fonte: Quirinale
Fonte: Quirinale

Quelli nei confronti dei giudici sono "attacchi strumentali intentati per cercare di indebolire il ruolo e la funzione della giurisdizione e per rendere inopportunamente alta la tensione tra le istituzioni". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che oggi ha incontrato al Quirinale i magistrati ordinari in tirocinio.

Alle toghe, il capo dello Stato ha chiesto "rigore morale e professionalità elevata", che "sono la risposta più efficace" contro i tentativi di denigrazione. Le parole di Mattarella suonano come una bacchettata sulle mani della maggioranza, che negli ultimi mesi si è resa protagonista di diversi scontri con la magistratura.

È di ieri infatti, l‘attacco del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, che ha fatto parecchio discutere. Delmastro, nel commentare la vicenda del giudice Marco Patarnello, che in una mail aveva detto che l'operato di Meloni fosse "più pericoloso" di quello di Silvio Berlusconi, ha affermato: "Questo lo dicono i mafiosi, non i magistrati". Il paragone tra magistrati e mafiosi ha mandato su tutte le furie opposizioni e l'Anm, che ha definito gravi le sue dichiarazioni.

Oggi è arrivata anche la strigliata del Capo dello Stato. L'esercizio della Giustizia è "affidato dalla costituzione alla magistratura. La nostra Costituzione, lungimirante, persegue l'obiettivo di mantenere l'equilibrio tra i varo organi dallo stato: nessun potere è immune da vincoli e controlli", ha dichiarato. Mattarella si è poi rivolto direttamente alle toghe: "La condizione di legittimazione dell'ordine giudiziario risiede – ha aggiunto – anzitutto nella fiducia che i cittadini nutrono nei confronti della giustizia. Questa fiducia non va confusa con consenso popolare sulle sue decisioni. L'iconografia mitologica propone la giustizia come bendata, quale segno della sua imparzialità. Per sottolineare queste inderogabili esigenze, la nostra Costituzione assicura alla magistratura indipendenza e autonomia affinché possa decidere in modo imparziale senza influenze o condizionamenti, anche quelli derivanti da eventuali pregiudizi personali", ha proseguito.

Per questo, giudici e pubblici ministeri "hanno il dovere di essere e di apparire irreprensibili e imparziali in ogni contesto, anche nell'uso dei social media, con la consapevolezza che, nei casi in cui viene fondatamente posto in discussione il comportamento di un magistrato, ne può risultare compromessa la credibilità della magistratura", ha ricordato Mattarella. La giustizia, ha detto ancora, "assegnata all'ordine giudiziario, costituisce espressione di un sapere che non si esaurisce nel dato tecnico-giuridico e, di conseguenza, non potrebbe mai essere affidato a sistemi di intelligenza artificiale".

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