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Covid 19

Mascherine e distanziamento: le nuove regole per gli ambulatori di medici e pediatri di famiglia

La Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e la Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp) hanno pubblicato le linee guida comuni sull’uso delle mascherine negli ambulatori.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) insieme alla Federazione italiana medici pediatri (Fimp), hanno pubblicato insieme un documento, per dire che non è tempo ancora per dismettere del tutto le mascherine e le vecchie regole anti Covid dagli ambulatori. Il governo, con l'ordinanza del ministro della Salute Schillaci che dallo scorso 1 maggio ha cambiato le regole sull'uso della mascherina in ospedali e Rsa, ha stabilito anche che "la decisione sull'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie resta alla discrezione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta".

Per evitare una situazione di estrema frammentazione nel territorio, con norme diverse da una Regione all'altra e anche da un ambulatorio all'altro anche nella stessa città, le nuove linee guida contengono delle raccomandazioni per gli iscritti alle due Federazioni, con delle regole comuni da tenere negli studi medici in questa nuova fase, anche se l'Oms ha ormai dichiarato che la pandemia da Covid-19 non è più un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale.

Le nuove regole per gli ambulatori medici

Il documento appena pubblicato da Fimmg e Fimp è un manuale operativo che, in poco più di 10 pagine che contiene criteri e conseguenti procedure da adottare in maniera omogenea negli studi dei Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta, al fine di contenere il rischio di trasmissione virus, si legge che per medici e pediatri rimane fortemente consigliato:

"l’utilizzo dei dispositivi di protezione respiratoria durante tutte le attività di studio, domiciliari e/o residenziali, la cui tipologia andrà individuata in base alla valutazione del contesto epidemiologico ed organizzativo. La necessità di aggiungere ulteriori presidi di protezione (guanti, schermo facciale, camici monouso, tute integrali, copricapo, soprascarpe) andrà considerata in relazione all’intensità assistenziale di cura ed alla tipologia di paziente (esecuzione di tamponi, vaccinazioni, visita di un sintomatico, procedure di diagnostica di primo livello, POCT).

La stessa valutazione è raccomandata per il personale di studio. Medici e pediatri di famiglia dovranno richiedere l’utilizzo della mascherina per accedere allo studio tenendo presente in via generale due elementi: criterio epidemiologico e contesto organizzativo.

In ogni caso, il medico potrà decidere di consigliare l'utilizzo della mascherina per i pazienti fragili, oncologici, immunodepressi, trapiantati ed i loro caregiver anche indipendentemente dalla stagionalità e dall’andamento epidemiologico delle malattie infettive trasmissibili.

In base al criterio epidemiologico, dice il documento, bisogna ricordare che l'uso dei dispositivi di protezione respiratoria "rappresenta un presidio di prevenzione per tutte le malattie diffusive e contagiose che si possono presentare con picchi isolati di incidenza e prevalenza come nel caso del Sars-Cov-2 o con andamento stagionale come nel caso del Virus Influenzale e del Virus Respiratorio Sinciziale".

In quali periodi vanno indossate le mascherine in ambulatorio

Per esempio le mascherine FFP2 andrebbero indossate se c'è un valore Rt uguale o superiore ad 1. Ma va anche tenuto conto i picchi di incidenza e prevalenza della influenza e degli altri virus stagionali.  In questa tabella vengono riassunte così le indicazioni, in base appunto al criterio epidemiologico:

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Quindi, in una fase a bassa trasmissione comunitaria, nel periodo aprile-ottobre, negli ambulatori devono portare la mascherina FFP2 i soggetti sintomatici e i fragili. In un periodo a media trasmissione comunitaria, da ottobre a novembre, quando l'Rt comincia a risalire e inizia a circolare il virus dell'influenza, vanno fatte indossare le FFP2 a soggetti sintomatici e fragili, e dovranno portarle anche medici e collaboratori di studio, mentre gli asintomatici che accedono all'ambulatorio possono portare le chirurgiche. Infine in una fase ad alta trasmissione, da dicembre a marzo, quando il virus dell'influenza raggiunge il picco, devono portare la mascherina FFp2 tutti i pazienti e in generale tutti i soggetti che entrano in studio, compresi medici e collaboratori. Sono sempre esonerati i bambini al di sotto dei 6 anni.

Le linee guida per gli studi medici: organizzazione degli spazi

Nelle raccomandazioni appena pubblicate medici e pediatri sono invitati a considerare le caratteristiche fisiche dei singoli studi, al fine di individuare le migliori procedure d'accesso, e una fruibilità degli spazi in sicurezza. Per esempio bisogna valutare la presenza di più sale di attesa e la disponibilità di un ambulatorio dedicato ai pazienti sintomatici, la possibilità di prevedere accesso su appuntamento o libero, numero di finestre, uscite, dispositivi per il ricambio d’aria, presenza di più ingressi per diversificare il flusso di entrata e quello di uscita.

Tenuto conto di questi elementi ecco una tabella riassuntiva delle linee operative:

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Nelle linee guida si specifica che in funzione del numero di finestre o della presenza di dispositivi per il ricambio d'aria il medico potrà modulare l'esigenza di indossare mascherine chirurgiche o FFP2, ed indicarne l’utilizzo per il personale di studio e per i pazienti che accedono allo studio. "Si consiglia comunque la frequente aerazione dei locali", si sottolinea.

Quando è necessario il distanziamento

In generale, in una fase di bassa trasmissione comunitaria, da aprile a ottobre, con Rt stabile, il distanziamento è necessario solo per i soggetti sintomatici. In una fase a media trasmissione comunitaria, da ottobre a novembre, il distanziamento va mantenuto in caso di sedute vaccinali o in situazioni in cui è previsto un elevato afflusso di anziani o fragili presso gli ambulatori. In una fase ad elevata trasmissione comunitaria, da dicembre a marzo, bisogna mantenere il distanziamento di oltre un metro in sala d'attesa, invitando i pazienti a non presentarsi in studio senza aver preso prima accordi con il personale dello studio.

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