Mafia, Cassazione revoca condanna per concorso esterno a Contrada (che ha già scontato 10 anni)

A venticinque anni di distanza dall'arresto e dopo dieci anni di carcere, la Cassazione ha revocato la condanna inflitta all'ex numero due del Sisde Bruno Contrada, accusato di concorso in associazione mafiosa. Della vicenda di Bruno Contrada si tornò a parlare già qualche anno fa, dopo che la Corte europea dei diritti dell'Uomo condannò l'Italia a risarcire l'ex poliziotto ritenendo che Contrada con dovesse essere né processato né tantomeno condannato perché all'epoca quel tipo di reato a lui contestato non era né chiaro né prevedibile. Così, a due anni di distanza dalla sentenza della Cedu, la Cassazione ha definitivamente revocato il provvedimento inflitto a Contrada sottolineando fosse "ineseguibile e improduttiva di effetti penali la sentenza di condanna".
Nel 1992 Contrada venne arrestato con l'accusa di concorso in associazione mafiosa e condannato a 10 anni di carcere. La sentenza venne poi ribaltata in appello e Contrada venne assolto. La Cassazione, però, decise di annullare l'assoluzione e rinviare il proceddo in corte d'Appello, processo che portò alla condanna a dieci anni, intervenuta nel febbraio del 2006 e divenuta definitiva nel 2007. Dopo aver scontato un lungo periodo in custodia cautelare, Contrada dunque tornò in carcere e scontò tutta la pena prevista.
Dopo la condanna della Cedu all'Italia, l'ex legale del funzionario del Sisde tentò la strada della revisione che venne bocciata dalla corte d'appello di Catania. Non rassegnandosi, Contrada allora tenta un'altra strada, quella dell'incidente di esecuzione. In sostanza, facendo riferimento alla sentenza della Corte europea, il nuovo legale di Contrada ha chiesto di revocare la condanna sostenendo che prima del '94, spartiacque temporale fissato dalla Cedu, non fosse possibile condannare per il reato di concorso in associazione mafiosa. Anche in questo caso, la corte d'Appello di Palermo dichiarò inammissibile il ricorso. Oggi la Cassazione ha però definitivamente accolto le ragioni del ricorrente e dato ragione a Contrada, revocando la condanna.
"Finalmente giustizia è fatta. La corte di Cassazione, in maniera coraggiosa e libera, ha dato esecuzione alla sentenza della corte europea dei diritti dell'uomo eliminando ogni macchia nei confronti di un grande servitore dello Stato", ha dichiarato l'avvocato Stefano Giordano. "Dopo 25 anni di sofferenza, mezzo secolo di dolore sapendo di essere innocente e di avere servito con onore lo Stato, le Istituzioni e la Patria arriva finalmente l'assoluzione, dall'Italia e dall'Europa", ha dichiarato Bruno Contrada all'Ansa. "Ho sofferto molto e molto più di me ha sofferto la mia famiglia. Il mio pensiero va a tutti loro, che mi sono sempre stati sempre vicini. Il mio onore? Non l'ho perduto mai, ho sempre camminato a testa alta perché ho sempre e solo fatto il mio dovere".