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M5s, dissidenti presentano il loro manifesto. Di Battista dice che non tornerà “nemmeno con Conte”

I dissidenti del Movimento Cinque Stelle presentano alla Camera il loro manifesto: “Nasciamo come opposizione a questo governo. Vogliamo essere inclusivi per tutte quelle persone dentro e fuori il Parlamento che non vogliono morire moderate”, spiega il portavoce Andrea Colletti. E intanto, mentre si parla di una possibile amnistia per gli espulsi, Alessandro Di Battista specifica che non rientrerà nel M5s nemmeno con Giuseppe Conte alla guida.
A cura di Annalisa Girardi
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I dissidenti Cinque Stelle, espulsi dal gruppo parlamentare per aver votato in contrasto con il Movimento sulla fiducia al governo di Mario Draghi, hanno presentato il loro manifesto alla Camera. Tornare ai valori e alle battaglie delle origini, aprendo al tempo stesso anche a coloro che provengono da altre forze politiche e che non si rispecchiano nel nuovo esecutivo e nella maggioranza allargata. La componente "L'alternativa c'è" interna al Gruppo Misto conta al momento di 13 deputati, ma si punta alla formazione di un gruppo vero e proprio.

"Nasciamo come opposizione a questo governo. Vogliamo essere inclusivi per tutte quelle persone dentro e fuori il Parlamento che non vogliono morire moderate. Abbiamo redatto un manifesto di principi e obiettivi che vogliamo perseguire. Un governo di tutti rischia di essere un governo di nessuno, ma il problema è che quando la politica è debole prende il sopravvento la burocrazia, e questo è un governo di burocrati", ha detto il portavoce Andrea Colletti in conferenza stampa a Montecitorio. Presente anche un altro ex M5s, Pino Cabras, che ha definito il nuovo esecutivo come "l'autobiografia di una nazione in declino" e ha sottolineato di non avere nessuna intenzione di partecipare a "cose che abbiamo sempre combattuto".

Intanto si parla però già dell'ipotesi di un'amnistia in favore dei dissidenti, che potrebbe arrivare insieme alla guida di Giuseppe Conte al Movimento. Con l'entrata in campo a tutti gli effetti dell'ex presidente del Consiglio, il clima sarebbe quindi destinato a cambiare tra i Cinque Stelle. Ma Cabras su questo aggiunge: "Un'amnistia presuppone una colpa. Qui invece il problema sono state le scelte di un gruppo dirigente che in 24 ore è passato dal no a Draghi al sì a Draghi senza fiatare".

E nel frattempo, mentre prende forma il nuovo ruolo che spetterebbe a Conte, Alessandro Di Battista puntualizza che anche in quel caso non sarebbe affatto intenzionato a rientrare tra le fila del Movimento: "Rispetto totale per Conte. Ma io ho lasciato il M5S non per l'assenza (in quel momento) di Conte. Ma per la presenza al governo con Draghi, PD, Berlusconi, Salvini, Bonino, Brunetta, Gelmini etc… Conte sapete bene che l'ho sostenuto eccome (il mio NO totale e mai cambiato al governo Draghi era il miglior modo, a mio avviso, di sostenere Conte) ma per me contano le linee politiche. Io, e lo dico con la massima serenità, non ho nulla a che vedere con un movimento che fa parte del governo dell'assembramento pericoloso", scrive su Instagram l'ex deputato pentastellato.

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