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L’università torna in presenza: da febbraio lezioni in aula per il 50% degli studenti

Il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, annuncia che dalla seconda metà di febbraio le lezioni universitarie torneranno a essere in presenza, almeno per la metà degli studenti. “Il nuovo dpcm – ricorda il ministro – consente di poter tornare secondo lo schema settembre: didattica mista con presenza al 50% in aula”.
A cura di Stefano Rizzuti
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L’università tornerà presto in presenza in tutta Italia. Ad assicurarlo è il ministro Gaetano Manfredi, spiegando l’importanza di tornare alla presenza in aula per gli studenti universitari italiani. Per il rientro in aula bisognerà aspettare la fine della sessione di esami, solitamente a fine febbraio. “La ripresa della didattica universitaria” avverrà dopo il periodo di esami, “dalla seconda metà di febbraio: ho sollecitato i rettori a predisporre piani per la riapertura dell'attività a febbraio”, afferma Manfredi.

Università, didattica mista e presenza al 50%

Il ministro dell’Università ricorda come il “nuovo dpcm consente di poter tornare secondo lo schema settembre”, ovvero con “didattica mista con presenza al 50% in aula”. Manfredi parla durante una videoconferenza dell’ateneo di Bologna: “Ovviamente ci sarà una valutazione con i comitati regionali perché l’università impatta molto sul sistema dei trasporti”. Manfredi spiega di aver sollecitato i rettori con una lettera per “predisporre i piani per la riapertura dell’attività didattica di febbraio”.

Manfredi apre a proroga anno accademico

Sull’ipotesi di prorogare l’anno accademico, Manfredi si mostra disponibile a discuterne: “Il ministero è disponibile, se ci sarà una richiesta da parte della conferenza dei Rettori di operare una proroga, questo sicuramente sarà in attenzione del ministero e provvederemo di conseguenza. Credo che sarà una decisione dei prossimi giorni”. Il ministro si sofferma anche sull’impatto del Covid sull’università: “Stiamo raccogliendo in maniera dettagliata i dati del 2020 e questi ci dicono che il numero di crediti acquisiti dagli studenti, il numero di laureati che ci sono stati, sono in linea con il 2019 che è stato l'anno pre-pandemico. Quindi malgrado le grandissime difficoltà che abbiamo vissuto dal punto di vista del risultato non ci sono stati arretramenti”. Nonostante tutto, quindi, secondo Manfredi si è riusciti a “limitare i danni, per fare in modo che le carriere non fossero rallentate”.

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