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Lotito che visse due volte: in 24 ore torna in corsa per il Senato e per la Salernitana

A poche ore di distanza, il presidente della Lazio è stato salvato da due situazioni che sembravano compromesse. La Lega Calcio ha lanciato un salvagente alla “sua” Salernitana, mentre il Senato lo ha rimesso in pista per un posto da parlamentare.
A cura di Marco Billeci
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Giovedì 16 dicembre del 2021 Claudio Lotito lo ricoderà come il giorno in cui resuscitò due volte, dopo che per due volte sembrava spacciato. Due vicende completamente diverse tra di loro – una legata al mondo del calcio e l'altra a quello della politica – hanno avuto un esito sorprendentemente simile: contro ogni pronostico, i suoi colleghi hanno votato per regalargli una seconda possibilità.

Prima scena, Milano, sede della Lega Calcio. I presidenti delle società di serie A votano all'unanimità per concedere una proroga alla vendita della Salernitana, il cui termine era fissato al 31 dicembre. Da inizio stagione, infatti, la Salernitana è in mano a un trust, dove il patron della Lazio ha trasferito le sue quote, a causa del divieto di possedere due squadre che militano nella stessa serie. Secondo le regole, entro fine anno bisognava arrivare alla vendita della società, ma non è arrivata nessuna offerta d'acquisto. Di conseguenza, la Salernitana tra poche settimane dovrebbe essere esclusa dal campionato. Invece i club hanno deciso di derogare a questa norma. Morale, i campani potranno finire la stagione e se retrocederanno, Lotito potrebbe anche rimettere le mani sulla proprietà.

Cambio scena, da Milano a Roma, dalla sede della Lega calcio al Senato della Repubblica. Qui, Lotito è immerso in una battaglia che dura da anni. In sintesi, l'imprenditore rivendica per sé il seggio assegnato al senatore Vincenzo Carbone, ex Forza Italia poi passato a Italia Viva. Carbone era stato eletto proprio a discapito del Divo Claudio, che si era candidato a palazzo Madama con i berlusconiani nel collegio della Campania.  Secondo Lotito, l'esito del voto è viziato da un errore nell'assegnazione delle schede e il posto di Carbone in realtà spetterebbe a lui. Per tre anni, dunque, ha portato avanti una battaglia a colpi di pareri legali, che il 2 dicembre scorso sembrava essere arrivata a conclusione. L'aula del Senato, infatti, era chiamata a votare per assegnare a lui la poltrona, con il parere favorevole della giunta per le elezioni.

Quel giorno, però, a palazzo Madama, Lotito è stato "pugnalato" dai senatori, che a scrutinio segreto hanno votato un ordine del giorno, per riportare la questione in giunta, con lo scopo di controllare nuovamente le schede e i verbali delle elezioni nel collegio campano e stabilire in modo più preciso l'esatto esito del voto. Un supplemento di lavoro che avrebbe richiesto altro tempo e sembrava destinato a seppellire le speranze di Lotito. Giovedì, invece, l'ennesimo colpo di scena. Con i voti favorevoli del centrodestra e del gruppo delle Autonomie, la giunta delle elezioni ha scelto di ignorare, di fatto, l'ordine del giorno votato dall'aula e riproporre all'assemblea la questione nello stesso modo:  quel seggio va immediatamente assegnato al presidente della Lazio.

Per avvallare questa decisione, il relatore in giunta sull'affare Lotito, il senatore di Forza Italia Adriano Paroli, ha tirato in ballo le difficoltà di riuscire a fare ulteriori verifiche sul voto, considerando anche il fatto che le schede di almeno sei sezioni risultano distrutte. Secondo i partiti che si sono opposti al voto del centrodestra , in realtà, i modi ci sarebbero: dal controllo dei verbali di voto, al riesame delle schede nulle o contestate, fino ai controlli a campione. Per bloccare sul nascere queste contestazioni, Paroli ha avanzato anche un altro argomento. Certo ulteriori indagini potrebbero essere utili, ha scritto il senatore, ma farebbero perdere troppo tempo, con il rischio di non riuscire a sciogliere la controversia entro la fine della legislatura. In pratica, meglio fare presto ce scoprire dove stia davvero la verità.

Grazie a questa spinta dei suoi possibili futuri colleghi dello schieramento del centrodestra, Lotito potrebbe avere dunque un altra possibilità, a Gennaio, quando si dovrebbe tornare a votare sul tema in aula. Sempre che la presidente Casellati accetti che l'indicazione precedente data dai senatori, che chiedevano alla giunta di approfondire ancora tema, sia stata sconfessata così platealmente. E sempre che un nuovo scrutinio segreto non tradisca di nuovo le speranze dell'imprenditore. Intanto, però, un uomo che si era svegliato con la prospettiva di perdere nello stesso giorno una poltrona in Senato e  una squadra di calcio, ora è di nuovo in ballo per riconquistare entrambi. Che giovedì, per Claudio Lotito.

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