video suggerito
video suggerito
Opinioni

L’opposizione è riuscita a far parlare delle proprie divisioni nel momento peggiore per Meloni: non era facile

L’incredibile autogol delle opposizioni nel momento forse più complesso per il governo di Giorgia Meloni: si spaccano su un passaggio (sostanzialmente inutile) che non riguardava neanche l’oggetto principale della discussione. Un piccolo capolavoro di autolesionismo.
19 CONDIVISIONI
Immagine

Il dibattito parlamentare sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista dell’imminente Consiglio Europeo ha riservato una sorpresa particolarmente gradita alla maggioranza di governo. Invece di concentrarsi sulle contraddizioni della relazione della presidente del Consiglio, di chiedere “con quali soldi” voglia portare le spese militari al 5%, di evidenziare quanto marginale e isolato sia il nostro Paese a causa della linea ultratrumpiana del governo, di sottolineare l’incongruenza della posizione su Gaza, le opposizioni hanno deciso di mostrare plasticamente ciò che sanno fare meglio: dividersi su questioni per le quali non hanno alcuna responsabilità o possibilità di incidere concretamente. Litigare su materia fumosa, su questioni terminologiche o su scelte già prese da altri è, in effetti, una qualità di cui i partiti di centrosinistra vanno particolarmente fieri.

Stavolta l’oggetto del contendere è la risoluzione presentata dal Movimento 5 stelle alla Camera dei deputati, su cui il Partito democratico è andato in grande difficoltà. Una piccola premessa, per capirci meglio: le distanze tra i partiti della minoranza sulle scelte di politica estera sono enormi, non sempre componibili e spesso rispondenti a impostazioni ideologiche e riferimenti politici inconciliabili. Sulle scelte di Trump, sulla guerra in Ucraina, sulla situazione a Gaza e sulle responsabilità israeliane, sul conflitto con l’Iran: l’opposizione è dispersa in mille rivoli e ha sperimentato più volte la difficoltà di trovare posizioni comuni, malgrado la buona volontà delle leadership (l’ultimo esempio è sulla manifestazione contro il riarmo). Intendiamoci, è giusto che sia così, considerando la provenienza, il posizionamento politico e il collocamento ideologico dei singoli partiti e movimenti. Ma una strategia sensata sarebbe quella di minimizzare le divergenze, scegliere il terreno dello scontro ed enfatizzare le divisioni altrui, invece delle proprie.

Specie su una questione in un certo senso marginale come quella di cui stiamo parlando. Il fatto specifico lo racconta il Corriere della Sera:

In mattinata il Pd decide di astenersi sulle mozioni dei futuribili alleati: un atto di cortesia, come è già accaduto in passato. Del resto, riuscire a stilare un testo unitario su argomenti in cui 5 Stelle e Avs hanno posizioni ben diverse da quelle dei dem è proprio impossibile.

Ma c'è un passaggio della risoluzione M5S che fa rizzare i capelli ai riformisti del Partito democratico. Quello in cui si indica la possibilità di stipulare accordi di approvvigionamento energetico con la Russia. Nella mozione, infatti, i 5 stelle chiedono al governo, “nell'ambito del raggiungimento di una soluzione pacifica duratura e permanente del conflitto non più rinviabile”, di “intensificare gli sforzi a livello europeo per trovare una soluzione efficace alla questione del transito e approvvigionamento del gas che non escluda a priori e pro futuro una possibile collaborazione con la Russia”. Il presidente del Copasir Lorenzo Guerini si attiva subito: il Pd non può votare un passaggio del genere. Si muovono Filippo Sensi, Lia Quartapelle, Marianna Madia. Parlano con Peppe Provenzano, responsabile Esteri e con la segretaria Elly Schlein. E, per la verità, non devono faticare troppo. Provenzano si dice d'accordo quasi subito. La leader non oppone nessuna resistenza. […] Perciò, dopo qualche conciliabolo, si decide che su quel passaggio i dem voteranno no.

Non è chiarissimo il senso di inserire nella risoluzione un passaggio che la maggioranza avrebbe certamente bocciato e che appariva sin da subito indigesto agli alleati. A meno che, appunto, non si intenda rivendicarlo con forza come elemento politico imprescindibile? È questo il caso? Per capirlo proviamo ad affidarci all’intervista che Giuseppe Conte rilascia a Francesco Bei su La Repubblica:

“Noi non legittimiamo affatto l'aggressione all'Ucraina e, a differenza dei nostri critici, applichiamo a Putin gli stessi principio di diritto internazionale che riteniamo doveroso applicare anche a Israele e Stati Uniti. La nostra coerenza non è in discussione”.

Resta l'apertura a Mosca mentre la guerra è in corso…

“Non diciamo sciocchezze, nessuna apertura. Chiaramente non hanno letto la mozione. Il presupposto è che si raggiunga una soluzione pacifica e duratura della guerra in Ucraina. In una prospettiva di recupero della federazione russa nella comunità internazionale, non si capisce perché dovremmo impedire agli italiani di acquistare gas dove è più economico”.

Una linea ripetuta anche da Stefano Patuanelli nelle dichiarazioni di voto odierne in Senato, con l’aggiunta di un passaggio piuttosto controverso sulla non esistenza “di una pace giusta e di una sbagliata”. Ma anche una posizione duramente contestata da parte del Pd, con Filippo Sensi che sempre a Maria Teresa Meli sul Corriere dice: “Leggere una apertura sul gas russo nel giorno in cui Kiev è stata massacrata da missili e droni, morti e feriti, palazzi sventrati, ecco: c'è davvero un limite al cinismo. Sull'Ucraina mi pare ci sia una differenza fondamentale e insanabile, e non è cosa da poco, visto che parliamo di un conflitto cruciale per il futuro dell'Europa. Mi auguro che, quando si farà più vicina la costruzione di una alternativa alla destra al governo, possa esserci un ravvedimento operoso da parte del M5S, su questo come su vari altri punti”.

E se tutti, da Conte alla minoranza Pd, si dicono comunque fiduciosi rispetto alla possibilità di trovare delle convergenze in chiave elettorale, qualche perplessità comincia a sorgere. Ne parla Massimo Franco sul Corsera:

Qualcuno sosterrà che così il «campo largo» delle opposizioni si rompe. In realtà, è solo la conferma che non può essere credibile, perché su temi dirimenti come Ucraina, Ue e Nato le posizioni sono troppo distanti. E, se si avvicinassero, verrebbero rimesse in discussione da Conte e il M5S, preoccupati di ricavare il massimo dai conflitti in corso: in termini non solo di voti ma di smarcamento dal Pd. È fin troppo facile, per la maggioranza di destra, fare raffronti.[…]  Quanto all'aggressione russa, il sostegno all'Ucraina nella mozione del Pd è simile a quello ripetuto da Meloni. E stride con la mozione post-grillina, nella quale si chiede per le forniture di gas di non escludere «una possibile collaborazione con la Russia». «Sembra scritta da Putin», la infilza Carlo Calenda, leader di Azione. Se a questo si aggiunge la presenza di Conte oggi all'Aia per protestare contro il vertice Nato, la frammentazione è servita.

Anche perché poi, da destra affondano giustamente il colpo. Leggere i giornali della destra è particolarmente indicativo in giornate come questa: c’è chi gongola, chi sfotte, chi affonda il coltello. Tutto per coprire le contraddizioni della maggioranza, certo. Ma funziona. Libero ad esempio titola: “Compagni allo sbando – La sinistra si divide in cinque”. Il Tempo irride Schlein che telefona a Meloni, parlando di un cambio di strategia seguito a una serie di errori politici. E attacca la sinistra “spaccata” anche sul conflitto in Iran. Sulla stessa linea anche Il Giornale, seppur con toni meno enfatici.

Insomma, spaccarsi su un passaggio marginale di una mozione comunque destinata a essere bocciata, mentre il governo italiano annaspa nell'irrilevanza. Un piccolo capolavoro di autolesionismo, destinato ai posteri.

Continua a seguire la nostra Evening Review, la Newsletter per chi ha scelto di sostenere Fanpage.it, di cui questo pezzo è un estratto. Ci si iscrive qui.

19 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views