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Lollobrigida commenta la foto di Trump vestito da Papa: “Tanti leader vestono in modo che non condividiamo”

L’immagine di Donald Trump vestito da Papa, generata con l’intelligenza artificiale e rilanciata dai suoi profili ufficiali, ha provocato reazioni contrastanti. Ma tra chi l’ha presa sul serio c’è anche il ministro italiano Francesco Lollobrigida, che ha commentato come se fosse uno scatto autentico, paragonandolo agli abiti tradizionali di altri leader mondiali.
A cura di Francesca Moriero
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Durante una fiera agroalimentare a Milano, al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida è stato chiesto un commento sull'immagine, evidentemente falsa, in cui Donald Trump appare vestito da Papa. La risposta, anziché chiarire la sua posizione, ha generato perplessità: "Noi non pensiamo niente dei nostri alleati. Lavoriamo nell'interesse degli italiani, degli europei e di tutti quelli che vengono scelti per governare le loro nazioni. Abbiamo visto leader di tante nazioni, dalla Cina all’India, all’Africa, che vestono in tanti modi: non condividiamo le loro scelte di abbigliamento, ma ragioniamo di temi concreti nell’interesse delle nostre economie", ha dichiarato, paragonando, dunque, l'immagine postata da Trump agli abiti tradizionali di altri capi di Stato. Le sue parole hanno dato l'impressione che il ministro non si fosse accorto della natura artificiale della foto, generata con l'intelligenza artificiale e condivisa dallo stesso Trump e dagli account ufficiali della Casa Bianca. Nell'immagine, considerata da molti grottesca, da altri ironica, il presidente degli Stati Uniti indossa l'abito bianco papale, la mitra sul capo e un crocifisso al collo, in una posa tra la benedizione e il rimprovero, con il solito sguardo fiero e minaccioso.

Per alcuni si è trattato di un'uscita ingenua, per altri dell'ennesima dimostrazione della superficialità con cui certi esponenti del governo interpretano la comunicazione politica contemporanea.

Trump: "Mi piacerebbe fare il Papa, sarebbe la mia prima scelta"

A pochi giorni dall'inizio del conclave, previsto per il 7 maggio, che dovrà scegliere il successore di Papa Francesco, morto il 21 aprile, Trump ha infatti dichiarato: "Mi piacerebbe fare il Papa, sarebbe la mia prima scelta". Poco dopo ha rilanciato l'immagine creata con intelligenza artificiale del "Trump pontifex" su Truth, il suo social personale, e successivamente anche su Instagram e sul profilo ufficiale della Casa Bianca. È stato il culmine di una campagna simbolica che molti hanno letto come una mossa di disturbo: un modo per ridicolizzare la Chiesa cattolica, provocare, e al tempo stesso consolidare la propria aura tra i fedelissimi. Il senatore repubblicano Lindsey Graham ha persino scritto scherzando sui social: "Chiederei al Conclave papale e ai fedeli cattolici di restare aperti alla possibilità, la prima combinazione Papa-presidente Usa avrebbe molti lati positivi!". Una boutade che nasconde il solito gioco trumpiano tra ironia, culto della personalità e sfida alle istituzioni.

L'effetto sui social: tra adorazione e indignazione

La reazione del pubblico si è divisa. Su Truth Social, i commenti sono stati in maggioranza entusiasti: c'è chi ha esaltato Trump come "vera guida spirituale", chi ha insultato Papa Francesco definendolo un "malvagio gesuita" e chi ha accusato Joe Biden di essere "l'unico che potrebbe diventare papa illegalmente", in una surreale prosecuzione delle teorie complottiste legate alle elezioni del 2020. Difficile distinguere tra utenti reali e bot, ma quel che è certo è che il tono era unanime. Su Instagram, invece, la narrazione si è incrinata: molti utenti hanno definito l'immagine una "mancanza di rispetto", criticando duramente l'uso da parte dell'account ufficiale della Casa Bianca per veicolare contenuti così provocatori. Alcuni si sono chiesti se fosse davvero un canale governativo, altri hanno accusato l'amministrazione di insultare la religione cattolica. Non è la prima volta che la comunicazione trumpiana confonde satira e propaganda, ma la scelta di usare simboli religiosi con tale leggerezza ha colpito anche parte dell'elettorato conservatore.

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