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Lollobrigida chiede in manovra 2 milioni l’anno per prendersi nuovi collaboratori al ministero

La manovra arriva in Senato blindata. O quasi. Se infatti ai senatori della maggioranza è stato vietato di presentare emendamenti, alcune proposte di modifica stanno arrivando dai ministeri. Tra queste, una del titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che chiede di aumentare di due milioni all’anno i fondi per gli stipendi e le assunzioni dei suoi più stretti collaboratori.
A cura di Marco Billeci
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La legge di bilancio del 2024 – ormai è noto – deve districarsi tra le risorse limitate a disposizione e l'equilibrio dei conti da mantenere.  Anche per questo motivo, il governo ha imposto a senatori e deputati della maggioranza, di non presentare modifiche al testo durante il passaggio parlamentare, così da garantirne una rapida approvazione, senza toccare i saldi tra entrate e uscite. Eppure, ora che l'esame della manovra sta per entrare nella fase calda in Senato, a chiedere al ministero dell'Economia di riaprire i cordoni della borsa è proprio uno dei membri più influenti dell'esecutivo Meloni: il ministro dell'Agricoltura e cognato della premier, Francesco Lollobrigida.

La richiesta è contenuta in un indice di proposte di modifica alla legge di bilancio – che Fanpage.it ha potuto visionare – arrivate da diversi ministeri e raccolte dal dicastero per i Rapporti con il Parlamento. Il divieto di presentare emendamenti alla manovra infatti vale per i parlamentari della maggioranza, ma non per il governo, che anzi ha già annunciato l'intenzione di intervenire su alcuni temi, come quello delle pensioni dei dipendenti pubblici. Ecco, nell'elenco di richieste ministeriali, si trova tra le altre quella firmata da Lollobrigida, dal titolo "Potenziamento uffici diretta collaborazione Masaf".

Subito sotto, nel documento, ecco spiegato il senso dell'iniziativa: "L’emendamento autorizza la spesa di 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2024 per il potenziamento degli uffici di diretta collaborazione del MASAF, al fine di incrementare l’attuale consistenza del contingente di personale e adeguare il trattamento economico da corrispondere ai responsabili e agli addetti degli uffici di diretta collaborazione". Si tratta delle strutture che – all'interno di ogni dicastero – lavorano a più stretto contatto con ministro e sottosegretari, supportandone l'azione e le scelte: dall'ufficio di gabinetto alla segreteria tecnica, dall'ufficio legislativo allo staff della comunicazione. In pratica, quindi, Lollobrigida chiede due milioni in più all'anno dal 2024, per aumentare gli stipendi dei suoi fedelissimi e assumere nuovo personale negli uffici che lavorano per lui. Non poco, nelle stesse settimane in cui il ministro dell'Economia Giorgetti ha chiesto a tutti i ministeri di imporsi un rigido dimagrimento dei costi.

Una norma pressoché identica peraltro era stata presentata poche settimane fa, sempre in Senato, da un fedelissimo di Lollo, il senatore di Fratelli d'Italia Luca De Carlo. In quel caso alla fine non se ne era fatto niente e allora adesso Lollobrigida torna alla carica, mettendoci direttamente la faccia, entrando a gamba tesa nel passaggio più delicato dell'attività di ogni governo, appunto la legge di bilancio. Certo, è difficile pronosticare il destino dell'emendamento che regalerebbe al ministro 2 milioni in più all'anno da spendere per il suo staff. C'è la guardia alta di Giorgetti sui vincoli di bilancio. E c'è la volontà di Meloni di assicurare un'approvazione rapida della manovra, che per rassicurare l'Europa deve viaggiare in parlamento veloce come un Frecciarossa. Ma Lollo ha già dimostrato che i treni – anche ad alta velocità  – sa come farli fermare. Pure quando non dovrebbero.

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