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L’Italia è nettamente a favore dell’energia nucleare, dice il ministro Pichetto Fratin

L’Italia è “nettamente a favore delle nuove forme di produzione di energia nucleare”. Il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin ha ribadito la linea del governo: nei prossimi anni l’Italia dovrà iniziare a produrre energia con il “nuovo nucleare”. Ma nel frattempo bisognerà “tenere conto dell’opinione pubblica”.
A cura di Luca Pons
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La posizione dell'Italia è "nettamente a favore delle nuove forme di produzione di energia nucleare". A dirlo è stato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica del governo Meloni. Pichetto ha risposto ai cronisti che lo avevano intercettato a margine del convegno ‘Milano smart'.

Sul tema del nucleare da tempo il centrodestra si è schierato come favorevole: alla fine dello scorso anno, il ministro ha lanciato la cosiddetta Piattaforma per un nucleare sostenibile. A settembre Matteo Salvini aveva annunciato che l'Italia avrebbe avviato "la ricerca per la partecipazione al nucleare pulito e di ultima generazione", lamentando il fatto che in passato l'Italia avesse detto no al nucleare "sull'onda dell'emotività". La Piattaforma nazionale serve anche a "costruire il quadro giuridico necessario per consentire all'Italia di far parte a pieno titolo della famiglia dei Paesi nuclearisti", ha detto oggi Pichetto, aggiungendo che il nucleare moderno "può assicurarci di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione garantendo nel contempo all'Italia energia sicura e costante".

A gennaio, era arrivato l'annuncio dei mini reattori nucleari che il governo vorrebbe costruire, anche noti come Smr (small modular reactors). Sono reattori che hanno costi più ridotti (qualche miliardo di euro l'uno) e richiedono un tempo più breve per l'entrata in funzione, oltre a non creare in teoria nessun tipo di contaminazione all'esterno. Naturalmente generano delle scorie, ma meno delle grandi centrali.

Il ministro Pichetto, comunque, ha chiarito che bisogna "andare avanti tenendo conto anche dell'opinione pubblica, perché è inutile accelerare oggi per trovarci un referendum domattina". L'obiettivo è dare alla popolazione "garanzie tali, ad esempio rispetto alle nuove tecnologie disponibili, che se qualcuno raccoglie le firme per il referendum, poi lo perda".

Al momento, comunque, l'Italia è ancora in fase di "sperimentazione e ricerca, perché non siamo produttori. Finora non abbiamo aderito all'alleanza dei produttori del nucleare perché non c'è una scelta da parte del Parlamento di andare in questa direzione. Io ritengo che dovremmo aderire all'alleanza per il nucleare nel momento in cui siano mature le condizioni". E le condizioni si creeranno quando ci sarà "la consapevolezza che il nucleare con le nuove tecnologie è qualcosa di molto diverso rispetto al nucleare storico. Si tratta di fare uno scalino per volta , anche perché secondo me il nostro Paese si troverà, alla fine di questo decennio, a dover scegliere di andare nella direzione dei reattori di piccola dimensione".

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