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L’Italia continuerà ad armare e addestrare la Guardia Costiera libica

Il governo ottiene il via libera al rinnovo delle missioni internazionali, dopo un serrato dibattito alla Camera dei deputati. Bocciate le mozioni che chiedevano di fermare la missione bilaterale di assistenza alla Guardia Costiera libica: per la maggioranza i libici sono interlocutori affidabili e l’Italia può continuare ad addestrarli e armarli.
A cura di Redazione
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La Camera dei deputati ha dato il via libera alla relazione delle Commissioni Affari esteri e Difesa sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2019. Gli impegni dei militari italiani sono stati enumerati dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che ha rivendicato l’approccio del governo teso a concentrare le forze e le risorse italiane in aree di particolare interesse strategico, come il Mediterraneo, sempre in accordo con le organizzazioni internazionali, ONU e NATO su tutte. In particolare, Trenta ha ribadito: la necessità di rilanciare la missione italiana in Libia, dando supporto alla Guardia Costiera e alle forze che operano per la stabilizzazione della Libia; ha annunciato una nuova missione bilaterale in Tunisia, su richiesta delle autorità locali; ha rendicontato sulla proroga di EunavForMed – Operazione Sophia. La linea del governo è passata a maggioranza, con il sostegno anche di altri gruppi dell'opposizione, tra cui Forza Italia e Fratelli d'Italia.

Il dibattito si è ovviamente concentrato sui rapporti con la sedicente Guardia Costiera libica, che grazie agli accordi firmati dal governo Gentiloni beneficia di aiuti, sotto forma di mezzi e addestramento, da parte delle autorità militari italiane. La Camera ha sostanzialmente rinnovato anche questi accordi, bocciando alcune mozioni che ne chiedevano la revisione o lo stop immediato. In particolare, i deputati hanno bocciato la mozione del gruppo Liberi e Uguali che chiedeva la revisione delle missioni internazionali nel loro complesso e soprattutto avvertiva sulla necessità di bloccare gli accordi con la Libia. Laura Boldrini ha spiegato come decine di organizzazioni indipendenti abbiano constatato il legame tra i trafficanti di uomini e la Guardia Costiera libica, in un Paese in cui sono all’ordine del giorno violenze e abusi nei confronti dei migranti. In tale contesto, per Boldrini, si inserisce la campagna di criminalizzazione delle ONG: “Mentre a Lampedusa continuano ad arrivare decine di migranti, il governo ha pensato di costruire un nemico e scagliargli contro tutto il peggio, come avvenuto ai danni di Carola Racket e dei parlamentari presenti a bordo della Sea Watch, cui va tutto il mio ringraziamento”.

Bocciata, o meglio preclusa dall'approvazione della mozione della maggioranza, anche la mozione del Partito Democratico, che negli ultimi giorni si era diviso proprio sugli accordi con la Libia. Dopo che in un primo momento la posizione ufficiale dei democratici sembrava schiacciata su quella del governo, con il supporto agli accordi con la GC libica (in ossequio alla linea Minniti – Gentiloni), si è aperto un durissimo dibattito interno, che ha portato a una mozione radicalmente diversa. Come anticipato da Matteo Orfini, che nei giorni scorsi è salito a bordo della Sea Watch 3, la mozione si conclude in modo netto: “I gruppi del PD non ritengono ci siano le condizioni per rinnovare il sostegno alla missione bilaterale di assistenza alla Guardia Costiera della Marina militare libica”.

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