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Guerra in Ucraina

L’elenco delle armi all’Ucraina resta segreto, M5s e Lega a governo: “No a quelle sempre più letali”

No all’invio di armi offensive, sempre più pesanti e letali, in Ucraina. Su questa linea M5s e Lega ritrovano l’intesa e incalzano il governo. Che ha deciso di mantenere segreto l’elenco di mezzi e materiali da mandare a Kiev.
A cura di Annalisa Girardi
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L'elenco delle armi che l'Italia si prepara a inviare in Ucraina resterà segreto. Lo ha confermato ieri il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in audizione al Copasir, mentre in Europa si discute se sia opportuno sostenere Kiev con armi offensive, come richiesto dal presidente Volodymyr Zelensky, o se questa non sia la strada per un'escalation che invece va in tutti i modi scongiurata. Su questo tema non solo ci sono sensibilità diverse in Europa, ma anche la maggioranza di governo in Italia è spaccata. La Lega e il Movimento Cinque Stelle sembrano aver ritrovato l'intesa gialloverde, facendo pressioni sul governo affinché non vengano inviate armi pesanti in Ucraina.

"Noi non giriamo la testa dall'altra parte. Giustifichiamo gli aiuti, anche militari, all'Ucraina. Ma nel quadro dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Che significa una cosa ben precisa: legittimità a difendersi, non nel contrattaccare. Noi siamo assolutamente contrari a un'escalation militare perché significherebbe ulteriori sofferenze e carneficine. Quindi siamo contrari ad armamenti sempre più letali. Per intenderci siamo contrari ad armi sempre più letale sempre più pesanti: carri armati non ne vogliamo inviare, punto", commenta oggi il presidente pentastellato Giuseppe Conte. Precisando che "la riconquista del proprio territorio è legittima difesa, la controffensiva in territorio russo è un'altra prospettiva". Il leader leghista, Matteo Salvini, è sulla stessa linea: "Più armiamo una parte più la pace si allontana", afferma. 

Da parte del Partito democratico Enrico Letta cerca di evitare uno scontro aperto tra forze politiche. "Il governo ha dimostrato di non essere su posizioni estremiste ma rispettose dei dubbi e delle difficoltà del momento. Io credo che questo atteggiamento di rispetto vada sostenuto con grande forza. È quello che stiamo facendo noi del Pd, spero che sia lo stesso atteggiamento di tutti, soprattutto è il momento di operare guardando all'obiettivo di fare bene, non di prendere un voto o due voti in più. Stiamo dando il nostro contributo perché la posizione italiana sia la più equilibrata possibile, rispettosa dei sentimenti di tutti con l'obiettivo della pace", dichiara il leader dem. Sottolineando la necessità di fidarsi del governo e del presidente del Consiglio Mario Draghi. "Nessuno può intervenire in queste vicende senza avere dubbi, sono vicende che fanno riflettere e discutere. Io credo che sia importante che le decisioni prese dal nostro Paese siano prese con il massimo consenso possibile", aggiunge, invitando tutti i partiti a sostenere l'azione di Palazzo Chigi. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sempre in quota Pd, sottolinea come l'Italia stia sostenendo l'Ucraina al pari di tutti gli altri Alleati internazionali "implementando e rafforzando ogni sforzo per la ricerca di una via negoziale e per giungere a una pace vera, costruttiva, equa e rispettosa". Ogni decisione, ribadisce, viene presa in linea con la comunità internazionale.

La discussione sull'invio di armi a Kiev con ogni probabilità si infiammerà nei prossimi giorni, come accaduto per la questione dell'aumento delle spese militari. Intanto il Codacons ha deciso di presentare un ricorso al Tar del Lazio per bloccare i provvedimenti del governo sugli armamenti all'Ucraina, in quanto "sono illegittimi perché violano gli articoli 11 e 78 della nostra Costituzione, e pertanto saranno impugnati".

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