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Legge elettorale, porcellum o non Porcellum? La parola alla Consulta

La suprema corte si appresta a decidere oggi sulla legittimità del Porcellum. Bisogna stabilire se il premio di maggioranza – che scatta senza una soglia minima di voti – e le liste bloccate siano costituzionali o no.
A cura di Biagio Chiariello
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La Corte Costituzionale comincia oggi, dalle 9.30, a discutere la questione di incostituzionalità della attuale legge elettorale – il cosiddetto Porcellum – ma è probabile che i giudici si riservino di pubblicare la sentenza più avanti, in modo da rinviare di fatto gli effetti giuridici della sentenza. Ne sapremo di più stasera o domani mattina. La Consulta dovrà poi esprimersi su un altro importante punto, quello relativo ai premi di maggioranza previsti dall’attuale legge per l’attribuzione dei seggi alla Camera e al Senato e le liste bloccate, predeterminate dai partiti, che non consentono le preferenze. A seconda della scelta che la Corte prenderà nel merito – fermo restando che qualsiasi alternativa è vincolata dall'esigenza di tenere comunque in vigore una legge elettorale applicabile – ci saranno tre possibili effetti: un proporzionale con liste bloccate, un proporzionale con voto di preferenza o un ritorno alla precedente legge, il cosiddetto Mattarellum, uninominale con una quota proporzionale del 25%.

Ad ogni modo, se anche oggi non ci sarà ‘fumata bianca', la successiva camera di consiglio è già stata fissata per il 14 gennaio 2014. Ci sarebbe quindi un altro mese, e più, a disposizione del Parlamento per intavolare la riforma della legge elettorale, in stallo da anni e più volte sollecitata da Napolitano. "Se lo stallo dovesse continuare, nonostante i recenti sviluppi politici, non esiterò un attimo a sostenere il trasferimento di questo tema alla Camera dei Deputati. I gruppi parlamentari non riescono a trovare un accordo politico, dimostrando di non sentire la marea montante di una rabbia che si riverserà, più forte di prima, contro tutti i partiti", ha detto ieri il Presidente del Senato, Piero Grasso. E anche Matteo Renzi su Twitter scrive: "La Corte Costituzionale ha deciso che deciderà se decidere il 14 gennaio. In attesa che decidano loro, ci diamo una smossa noi?".

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