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Le Regioni che andranno in zona gialla la prossima settimana per ricoveri e terapie intensive

La settimana prossima alcune Regioni rischiano di finire in zona gialla, ma per una – la Sicilia – il passaggio è quasi certo. Da valutare ancora una volta i tassi di occupazione dei posti letto d’ospedale in terapia intensiva e in area medica, che in alcuni territori sono particolarmente alti. Si deciderà, come sempre, con il monitoraggio Iss di venerdì.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dalla prossima settimana, in Italia, potrebbe tornare un po' di giallo. Con la fine di agosto alcune Regioni potrebbero lasciare la zona bianca, soprattutto una, la Sicilia, dopo giorni di polemiche e la zona gialla evitata all'ultimo secondo la scorsa settimana. Insomma, i dati continuano a peggiorare più o meno su tutto il territorio nazionale, anche se in alcune Regioni l'aumento è più marcato sia per ciò che riguarda i nuovi casi sia per le ospedalizzazioni. Le due isole continuano ad essere i territori veramente in bilico, ma in altre i tassi di occupazione di posti letto in area medica e in terapia intensiva continuano a salire, anche se più lentamente.

Quali Regioni rischiano la zona gialla dalla prossima settimana

Per passare in zona gialla le Regioni devono innanzitutto superare la soglia d'incidenza: 50 casi ogni 100mila abitanti. In questo momento, però, sono ben poche quelle sotto la soglia: il Friuli Venezia Giulia con 48,50, la Lombardia con 32,51, il Molise con 22,63, il Piemonte con 35,09 e la Puglia con 45,91. Tutte le altre sono sopra ai 50 casi settimanali ogni centomila abitanti, con il picco della Sicilia che è arrivata a 186,27. Per finire in zona gialla, però, bisogna superare le soglie del 10% dei posti letto d'ospedale occupati in terapia intensiva e del 15% in area medica. Finora nessuna Regione ci è mai arrivata – da quanto è stato inserito il nuovo parametro decisionale – ma l'obiettivo è chiaro: non lasciare la zona bianca.

I dati completi dell'occupazione in area medica e terapia intensiva

Con il monitoraggio di venerdì, però, il rischio di passare in zona gialla per alcune Regioni è davvero concreto. I dati Agenas aggiornati a ieri danno già indicazioni chiare:

  • Abruzzo: 7% terapia intensiva, 5% area medica
  • Basilicata: 0% terapia intensiva, 10% area medica
  • Calabria: 7% terapia intensiva, 14% area medica
  • Campania: 4% terapia intensiva, 9% area medica
  • Emilia Romagna: 6% terapia intensiva, 6% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 5% terapia intensiva, 3% area medica
  • Lazio: 7% terapia intensiva, 8% area medica
  • Liguria: 5% terapia intensiva, 5% area medica
  • Lombardia: 3% terapia intensiva, 5% area medica
  • Marche: 5% terapia intensiva, 5% area medica
  • Molise: 3% terapia intensiva, 3% area medica
  • Piemonte: 2% terapia intensiva, 2% area medica
  • Puglia: 5% terapia intensiva, 6% area medica
  • Sardegna: 10% terapia intensiva, 12% area medica
  • Sicilia: 9% terapia intensiva, 19% area medica
  • Toscana: 8% terapia intensiva, 7% area medica
  • Umbria: 7% terapia intensiva, 8% area medica
  • Valle d'Aosta: 0% terapia intensiva, 6% area medica
  • Veneto: 5% terapia intensiva, 3% area medica
  • Provincia autonoma di Bolzano: 2% terapia intensiva, 5% area medica
  • Provincia autonoma di Trento: 0% terapia intensiva, 5% area medica

Per lasciare la zona bianca e spostarsi in gialla è necessario superare contemporaneamente entrambi i parametri ospedalieri: perciò più del 10% delle terapie intensive occupate e più del 15% dei posti letto in area medica occupati nello stesso momento. La Sicilia supera solo il secondo parametro, ma è difficile pensare che riuscirà a evitare la zona gialla anche questa volta. La Sardegna ha superato il primo parametro, ma per quanto riguarda i posti in area medica è al 12% e non è detto che arrivi al 15%. A rischio concreto c'è anche la Calabria, che è a un passo dal superamento della soglia per quanto riguarda i ricoveri, mentre la situazione è migliore in rianimazione.

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