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Opinioni

Le nuove nomine di Salvini fanno incazzare la base della Lega

A sorpresa, al Consiglio federale, Matteo Salvini ha annunciato alcune novità ai vertici della Lega. Ha nominato due nuovi vice: il generale Vannacci e Silvia Sardone. Una scelta nel tentativo di recuperare consensi, ma che ora dovrà spiegare alla base storica del Carroccio.
A cura di Annalisa Girardi
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Negli ultimi cinque anni i leghisti hanno dovuto fare i conti con una lenta ma continua emorragia di consensi, da oltre il 30% delle europee del 2019 a poco più dell'8% attuale. Ormai da mesi il Carroccio è stabilmente la terza forza di governo, dietro Forza Italia, e Matteo Salvini inizia a scalpitare sempre più sonoramente. Il leader della Lega cerca di fare opposizione interna per recuperare il benvolere degli elettori di centrodestra, si posiziona contro l'Europa (a cui invece Giorgia Meloni deve mantenersi ancorata), strizza l'occhio a Trump, parla alla pancia sovranista della base. L'ultima carta se l'è giocata nel consiglio federale del partito, quando ha annunciato alcune novità per la squadra. Tra cui, la nomina del generale Vannacci a suo vice.

Ma se dare spazio al generale può essere interpretato come un tentativo di intercettare quell'elettorato spostato sempre più a destra, che viene rosicchiato instancabilmente da Fratelli d'Italia, ha comunque avuto qualche effetto collaterale. E non è piaciuto troppo né alla Lega Nord né ai gruppi parlamentari. Che, a quanto ci raccontano oggi i giornali, non ne sapevano assolutamente nulla.

Ad esempio, su Repubblica Francesco Bei scrive:

Quattro vicesegretari e una piccola rivoluzione interna che genera molti malumori. Matteo Salvini spiazza tutti e annuncia al Consiglio federale il quartetto che lo affiancherà al vertice: Claudio Durigon, Alberto Stefani, Roberto Jannacci e Silvia Sardone. Se i primi due sono riconferme, la novità è la promozione del generalissimo, fresco di tessera leghista, e l'attivo dell'ex forzista lombarda Sardone come vice al posto di Andrea Crippa. Uno choc per i gruppi parlamentari, dove nessuno sapeva niente prima di aver letto la notizia sulle agenzie. Resta muto il defenestrato Crippa, al quale Salvini assicura in futuro «un ruolo rilevante per il bene della Lega». Petto in fuori, il generale Vannacci è invece il solito loquace. E svela il senso politico che questa mossa ha per Salvini: attrezzare la Lega per una competizione sempre più serrata con (contro) Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni.

Salvini lo sa che i suoi, i leghisti di vecchia data, faranno fatica a digerire Vannacci. Ma sa anche di avere bisogno di lui, "della forza propulsiva dell'ex militare di estrema destra per puntellare la gara dei consensi con FdI". L'ultima tornata di europee, del resto, glielo ha confermato: il generale è valso alla Lega un milione di voti.

Il commento a caldo di Vannacci lo troviamo anche in un'intervista di Francesco Moscatelli, pubblicata su La Stampa. "Roberto Vanancci, generale prestato alla politica, eurodeputato e da ieri anche vicesegretario del Carroccio, è passato in poche settimane dal non avere la tessera del partito a diventarne uno dei leader", scrive il giornalista. Che poi chiede al generale come mai abbia accettato la proposta di Salvini. Tra le righe, probabilmente, bisogna aggiungere una seconda parte a questa domanda: come mai ha accettato, dopo aver passato mesi a ribadire di essere un indipendente? Vannacci ha risposto:

La Lega è l'unico partito sovranista italiano in grado di cambiare le cose nel mondo reale. Non si limita a urlare dagli spalti come fanno i partiti dello zero virgola: ha i propri rappresentati a Bruxelles, a Montecitorio, nelle Regioni e nei Comuni.

Forse un altro partito dello zero virgola sarebbe stato proprio il suo, di cui si è discusso tanto sui giornali e nelle trasmissioni? Il partito del Mondo al Contrario? "Mi sono fatto quattro conticini e negli ultimi 25 anni in Italia sono nati circa 150 partiti. Quanti ne sono sopravvissuti?", ha ammesso Vannacci. Per poi assicurare che anche tra le fila della Lega, comunque, non rinuncerà alla sua Decima:

Continuerò a tirarla fuori e non credo che esista un altro partito in Italia che possa rendere omaggio migliore a questo glorioso e pluridecorato reparto della Regia marina.

Alla fine il generale ha anche detto che presto andrà a trovare Umberto Bossi: "Ne avevo già parlato anche con Salvini. Se al Senatur farà piacere, per me sarà un onore andare a salutare il fondatore del partito più longevo del parlamento italiano".

Se a Bossi farà piacere, è una domanda a cui si possono immaginare diverse risposte. Non è un segreto che alla vecchia Lega Nord non sia mai piaciuto il generale. Per essere gentili. In quell'articolo su Repubblica che leggevamo prima, Bei scrive:

Tra i tanti malmostosi per il giro di nomine, l'unico ad avere il coraggio di uscire fuori a viso aperto è il solito Luca Zaia, che sta a Vannacci come l'aglio ai vampiri. La sua dichiarazione è il gelo assoluto: «È una prerogativa del segretario scegliere i vice, è giusto e lo rispetto. Mi fermo qui. Nel senso che non è che cambio identità in base ai vice segretari».

Insomma, Salvini probabilmente dovrà aspettarsi un po' di settimane turbolente adesso. E dovrà essere abile nello spiegare alla base storica del Carroccio alcune scelte del partito, chiarendo qual è la linea identitaria da tenere e verso cui andare. Nel frattempo dovrà anche assicurarsi che il marcapiano – quello per riconquistare parte dei consensi fagocitati da Fratelli d'Italia – funzioni. Altrimenti qualsiasi spiegazione alla base avrà ben poco senso.

"Evidente che il generale è il simbolo di una Lega che parla a destra, dunque, serve a fare opposizione in casa. Una mossa a metà tra un'azione di disturbo e uno da strategia di contenimento della Meloni per non subire altre ritirate" scrive sul Sole 24 Ore Lina Palmerini.

Ma tra le nuove nomine non c'è solo Vannacci. C'è anche Silvia Sardone, anche lei eurodeputata, "pasionaria ani immigrati e anti rom" ma anche "wonder woman delle preferenze", scrivono Marco Cremonesi e Maurizio Giannattasio in un ritratto pubblicato sul Corriere della Sera:

La vera sorpresa è stata lei. Non perché la possibilità non fosse mai circolata, ma fin qui il nome di Vannacci aveva monopolizzato la scena. Sardone nasce in politica con Forza Italia, da cui si è staccata nel 2018 per approdare alla Lega. Attivissima sul territorio e in televisione, le sue posizioni anti immigrazione l'hanno messa al centro di costanti minacce e insulti, a partire da quelle del rapper Baby gang.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Video. Scrivo, realizzo video e podcast su temi di attualità e politica, provando a usare parole nuove per raccontare il mondo di sempre. 
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