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Covid 19

L’avvertimento di Boccia: “Se i numeri non cambiano chiudiamo di nuovo le discoteche, virus circola”

Il ministro Francesco Boccia spiega che dopo Ferragosto potrà esserci una nuova stretta: “Purtroppo i numeri non ci confortano, non tanto sul territorio nazionale, quanto sul fronte internazionale. Noi stiamo ovviamente molto meglio degli altri paesi europei, ma il virus circola, e dobbiamo tenere alta la guardia”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Se i numeri non cambiano sarà inevitabile la prossima settimana" una stretta su discoteche, locali notturni, stabilimenti balneari dove c'è il rischio di "movida selvaggia". Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, sul quotidiano La Stampa, mette le cose in chiaro: "Si cercherà di condividere una scelta rigorosa con tutte le regioni", aggiunge.

"Purtroppo i numeri non ci confortano, non tanto sul territorio nazionale, quanto sul fronte internazionale. Noi stiamo ovviamente molto meglio degli altri paesi europei, ma il virus circola, e dobbiamo tenere alta la guardia", spiega Boccia. "Monitoriamo la situazione ora per ora. Se serve, numeri del contagio alla mano, riconvoco i governatori oggi stesso e prendiamo una decisione, anche immediata. Vediamo", sottolinea.

"Con i colleghi Speranza e Patuanelli abbiamo fatto un discorso chiaro alle regioni – prosegue il ministro – le discoteche per noi non andavano proprio riaperte, le linee guida del governo andavano in questa direzione". Ma con il decreto del 16 maggio si era deciso di lasciare comunque alle regioni la possibilità di valutare l'opportunità di far riaprire, rispettando certe condizioni. Questa responsabilità devono assumersela insomma i governatori. Per questo le Regioni si stanno muovendo in ordine sparso.

"Ma in fondo anche loro – i proprietari e i gestori dei locali – si aspettano che non si regga aperti tutto il mese", assicura Boccia, spiegando che il dialogo con i rappresentanti della categoria, che in Italia conta 3800 realtà imprenditoriali, lo segue il collega Patuanelli: "Le sigle sindacali si sono dimostrate molto responsabili – spiega – Se si arriverà alla chiusura, è chiaro che si aprirà un'altra questione, quella dei sussidi pubblici al settore, e in quel caso andremo dal buon Gualtieri e cercheremo di capire cosa si può fare", aggiunge.

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