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La settimana corta continua a funzionare in tutte le aziende che la sperimentano

La settimana lavorativa di quattro giorni è un successo, ovunque venga sperimentata: in Francia un’azienda ha visto che gli effetti positivi si riflettono sia sull’intensità del lavoro che sulle assenze dei dipendenti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Lavorare quattro giorni anziché cinque, per lo stesso numero di ore. La settimana corta continua ad affascinare l'Europa, mentre in Italia se n'era parlato per l'iniziativa di una grande banca e successivamente per la proposta avanzata dal Movimento 5 Stelle. Gli studi di settore continuano a essere molto positivi, così come i pareri dei lavoratori dipendenti che si vedono ridurre le giornate di lavoro e aumentare il tempo libero a fronte di uno stipendio immutato. Dalla Francia, intanto, arrivano alcuni dati molto promettenti del ministero del Lavoro, che pur alle prese con le proteste contro la riforma delle pensioni riflette sulle nuove modalità di impiego.

Il ministro delegato incaricato dei conti pubblici, Gabriel Attal, ha spiegato che "molti francesi oggi aspirano a lavorare in modo diverso". Le riflessioni sono sempre le stesse, sulle nuove generazioni che, soprattutto dopo la pandemia di Covid, hanno rivisto i propri tempi di vita.

Gli equilibri tra il lavoro e la vita personale sono cambiati, e in questo senso la settimana corta può essere una nuova soluzione per rivedere l'organizzazione della società. Difficile a dirsi al momento, vista la quota marginale di aziende che ha deciso di sperimentarla seriamente. Certo è che, in quelle poche realtà dove è accaduto, è stata un successo. Il ministero del Lavoro francese parla di 10mila dipendenti interessati dalla settimana corta al momento, ma il numero sarebbe in espansione.

Il quotidiano Le Monde riporta anche l'esempio di una piccola azienda di Lione, la Elmy, che ha portato avanti la sperimentazione della settimana corta per sei mesi. Il risultato è stato ottimo da tutti i punti di vista: il lavoro si è intensificato e le pause giornaliere, in media, sono passate da 40 minuti a 34, mentre la pausa pranzo è stata ridotta di mezz'ora; le assenze tra i 120 dipendenti che hanno partecipato alla sperimentazione sono diminuite di più del 70%; le dimissioni si sono dimezzate; le riunioni sono passate da una media di 63 minuti a 54.

Insomma, un successo su tutti i fronti, ma per dire se sarà davvero questo il futuro bisognerà aspettare ancora. I risultati sembrano parlare chiaro, ma la decisione spetta alle aziende, che nella maggior parte dei casi restano ancora molto fredde davanti a questa ipotesi.

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