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I dipendenti dicono sì alla settimana lavorativa corta, ma solo a parità di stipendio

I lavoratori vogliono la settimana corta ma solo a parità di stipendio. Secondo un sondaggio solo il 10% accetterebbe con una decurtazione della propria busta paga.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Il mondo del lavoro sta affrontando cambiamenti culturali che richiedono tempo ma soprattutto una nuova lettura delle esigenze dei dipendenti. Uno dei grandi temi riguarda la settimana lavorativa corta della quale si sta discutendo ormai da mesi anche in Italia, mentre cresce il numero dei paesi europei ma anche nel resto del mondo che hanno deciso di sperimentarla. L'idea è quella di lavorare quattro giorni a settimana invece degli attuali cinque, in alcuni casi sei.

Anche il nostro paese ha deciso di sperimentare la 4DayWeek ma la strada per rendere questa pratica definitiva sembra ancora in salita, intanto i lavoratori vengono interrogati sulle possibilità e sulle modalità di questo nuovo tipo di approccio al lavoro. Uno dei punti interrogativi è quello dello stipendio: con la settimana corta si rischia di vederlo diminuire, così come le ore di lavoro?

In tal senso secondo un sondaggio, su una platea di oltre 2mila lavoratori, circa il 66% di chi è interessato alla settimana corta sarebbe disponibile solo a parità di salario, mentre solo il 10% accetterebbe con una decurtazione dello stipendio. Il 18%, invece, sarebbe disponibile a lavorare un’ora in più gli altri giorni per avere la settimana breve. Della platea di lavoratori intervistati circa il 70% è interessato alla settimana lavorativa corta perché "migliorerebbe il benessere mentale senza avere ripercussioni negative sulla produttività".

Secondo Andrea Malacrida, country manager di The Adecco Group Italia,  "se l’idea della settimana lavorativa di 4 giorni, per quanto affascinante, può dimostrarsi un progetto di difficile applicazione, risulta comunque evidente la sua assoluta rilevanza nel dibattito contemporaneo”.

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