La Sapienza prima in Italia nella classifica Arwu di Shanghai 2025: è l’unico ateneo tra i migliori 150 al mondo

Ogni estate, il mondo universitario attende con curiosità e una certa apprensione la pubblicazione della Academic Ranking of World Universities (Arwu), meglio conosciuta come “classifica di Shanghai”. L’aggiornamento 2025, diffuso il 15 agosto dalla società indipendente Shanghai Ranking Consultancy, conferma una tendenza ormai consolidata: i vertici sono saldamente occupati dagli atenei statunitensi. Harvard University resta al primo posto per il ventitreesimo anno consecutivo, seguita da Stanford e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT). Completano la top ten soprattutto altre università americane e britanniche, a dimostrazione di quanto questi Paesi continuino a guidare la ricerca e la formazione di alto livello a livello globale. In questo contesto internazionale, anche l’Italia mantiene un ruolo di rilievo: per il quarto anno consecutivo, La Sapienza di Roma si conferma infatti la migliore università italiana, collocandosi nella fascia tra il 101° e il 150° posto a livello globale.
Come funziona il ranking
La classifica prende in considerazione le migliori mille università al mondo, selezionate tra oltre 2.500 istituzioni censite e circa 18.000 stimate complessivamente. Il punteggio finale deriva da sei indicatori principali:
- premi Nobel e medaglie Fields conseguiti da ex studenti o da docenti dell’ateneo;
- numero di ricercatori molto citati a livello internazionale;
- pubblicazioni scientifiche apparse sulle riviste di punta Nature e Science;
- citazioni di articoli scientifici e tecnologici;
- un coefficiente di produttività che mette in relazione i risultati con la dimensione del personale accademico.
Si tratta dunque di criteri fortemente orientati alla ricerca e alla produzione scientifica, che tendono a premiare i grandi atenei di tradizione anglosassone, caratterizzati da finanziamenti imponenti e strutture di ricerca altamente competitive.
Italia: La Sapienza ancora al vertice nazionale
All'interno di questo scenario internazionale, l’Italia conferma una presenza significativa: la Sapienza di Roma, infatti, si piazza per il quarto anno di fila come prima università italiana, rientrando nella fascia 101-150 mondiale. È l’unico ateneo del nostro Paese a posizionarsi così in alto. A seguire troviamo la Statale di Milano e l'Università di Padova, entrambe collocate nella fascia 151-200; Pisa scivola invece più in basso, finendo nella fascia 201-300, insieme a Bologna, Torino e Napoli Federico II. Un arretramento lo registra anche il Politecnico di Milano, che passa dal gruppo 201-300 a quello 301-400.
A commentare il risultato è stata la rettrice di Sapienza, Antonella Polimeni, che ha sottolineato il valore del primato italiano ottenuto da un’università pubblica, generalista e di grandi dimensioni, in un contesto in cui i modelli prevalenti sono quelli anglosassoni, dotati di risorse economiche molto superiori; il successo, ha ricordato, è frutto della qualità della ricerca in molteplici discipline e dell’impegno di una comunità accademica vasta e articolata.
Le eccellenze italiane per disciplina
Oltre alla classifica generale, Arwu pubblica anche un’analisi per aree disciplinari (Global Ranking of Academic Subjects). Qui emergono alcuni casi di eccellenza italiana:
- Farmacia: la Federico II di Napoli si è posizionata addirittura al terzo posto mondiale;
- Scienze politiche: lo European University Institute di Fiesole è sesto al mondo;
- Fisica: la Sapienza e l’Università di Torino figurano entrambe al 12° posto;
- Business Administration: l’Università di Torino e la Libera Università di Bolzano rientrano tra le prime 50.
Particolarmente competitivo anche il settore dell’ingegneria aerospaziale, dove l’Italia riesce a piazzare ben quattro università nei primi cinquanta posti: Politecnico di Milano (15°), Sapienza (20°), Politecnico di Torino (25°) e Federico II (26°). Risultati di rilievo arrivano anche dalle Scienze agrarie (con Firenze, Torino, Napoli e Padova tutte tra le prime 50) e dalle Scienze veterinarie, dove eccellono Bologna, Padova, Milano e Pisa.
Il "caso" del Politecnico di Milano
Colpisce poi il contrasto tra le due principali classifiche mondiali: nel ranking QS 2025, il Politecnico di Milano è stato infatti il primo ateneo italiano a entrare nella top 100 (98° posto); ma nella classifica Arwu scende ben più in basso, nella fascia 301-400. La discrepanza si spiega con la differente metodologia: QS dà peso anche alla reputazione accademica e alla percezione presso le aziende, mentre Arwu si concentra quasi esclusivamente su ricerca e premi internazionali.