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La Regione Calabria paga i lavoratori precari coi fondi per disabili e malati

Una vera e propria guerra tra poveri decisa da un consiglio regionale sotto inchiesta sui rimborsi spese folli dei politici locali capaci, in questi anni, di farsi restituire di tutto: anche i caffé e i gratta e vinci.
A cura di D. F.
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A Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza, un ragazzo disabile di 31 anni costretto a vivere su una sedia a rotelle sei mesi fa ha chiamato la Asl e chiesto di sostituire il montascale che permette a lui e alla sorella si scendere dal primo piano della palazzina dove vivono. Dall'azienda ospedaliera tuttavia gli hanno risposto: "Manca il certificato dell'assistenza sociale". Come se un disabile costretto su una sedia a rotelle sia continuamente costretto a dimostrare la sua condizione per ottenere quello che gli spetta. Ma c'è di peggio, perché presto anche con il certificato alla mano per i disabili calabresi sarà ancora più difficile ottenere la minima assistenza. La settimana scorsa la Regione ha pagato gli stipendi che doveva a 5mila precari trasferendo i fondi da un capitolo di bilancio all'altro. Per l'esattezza, dal fondo per le politiche sociali, che spettava a disabili e malati, quei soldi sono finiti al pagamento degli stipendi dei lavoratori precari. Che, come è ovvio, ne hanno diritto pienamente, ma preferibilmente se trasferiti da capitolo di spesa molto più onerosi, andando ad esempio a tagliare e benifici dei politici oppure gli innumerevoli altri sprechi: "Non mi sembra giusto privare i cittadini che hanno bisogno di aiuto e che quei fondi vengano spesi per risolvere altri problemi altrettanto importanti. Sia chiaro con questo non voglio minimizzare il dramma che stanno vivendo i precari calabresi ma ritengo importante che la Regione risolva il loro problema non a discapito delle fasce più deboli”. Insomma, la giunta guidata da Scopelliti promuove la guerra tra poveri.

Spiega il Fatto Quotidiano che il "magheggio di bilancio che assomiglia a una beffa soprattutto se votato da un Consiglio regionale al centro di un’inchiesta della guardia di finanza (ben 13 i deputati calabresi indagati) sui rimborsi folli dei politici locali capaci, in questi anni, di rimborsarsi di tutto: anche i caffé e i gratta e vinci. Politici locali che, per pagare spese private, stando a quanto emerge dall’indagine della Procura di Reggio Calabria, hanno fatto ricorso a soldi pubblici e che oggi, per pagare i precari utilizzano il fondo per le politiche sociali". Naturalmente l'iniziativa della giunta regionale non è passata inosservata e Luciano Squillaci, portavoce del Forum per il Terzo Settore, ha detto: "D’accordo che si deve rispondere alle emergenze, ma fino a quando ci sarà anche solo un centesimo nelle voci di bilancio meno prioritarie non accetteremo che venga tolto dal fondo per le politiche sociali. Si prendono i soldi dove non si dovrebbe. Quel fondo, di 5 milioni e mezzo di euro serviva per il contrasto alla povertà e per favorire l’integrazione sociale e sociosanitaria”.

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