La proposta della Lega per punire chi critica il governo di Israele

Fa discutere la proposta di legge presentata dalla Lega contenente "disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo". Nel testo si chiede di adottare la definizione di antisemitismo formulata dall'Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (Ihra) per contrastare "la moltiplicazione di episodi antisemiti" registrati dopo il 7 ottobre 2023 e basati "sul negazionismo delle violenze, soprattutto contro le donne e i bambini, perpetrate il 7 ottobre e su un radicale rifiuto di Israele". Le opposizioni sono andate all'attacco e hanno condannato il disegno di legge che, secondo loro, punta a reprimere le critiche e l'espressione di dissenso nei confronti di Israele e del governo Netanyahu.
Cosa dice il ddl e qual è la definizione di antisemitismo secondo l'Ira
Nella proposta di legge, a prima firma dei senatori Romeo, Bergesio e Pirovano si legge che "in attuazione della risoluzione sulla lotta contro l’antisemitismo 2017/2692 (RSP) del Parlamento europeo, del 1° giugno 2017" viene adottata "la definizione operativa di antisemitismo formulata dall’Assemblea plenaria dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (International Holocaust Remembrance Alliance – IHRA) il 26 maggio 2016". Secondo l'Ihra per antisemitismo si intende "una determinata percezione degli Ebrei che può essere espressa come odio nei loro confronti, le cui manifestazioni, di natura verbale o fisica, sono dirette verso le persone ebree e non ebree, i loro beni, le istituzioni della comunità e i luoghi di culto ebraici".
Il testo chiarisce che le istituzioni collaborano per "individuare gli interventi necessari al fine di prevenire e contrastare qualunque atto o manifestazione di antisemitismo che costituisca una minaccia non solo verso una parte dei cittadini, ma anche nei confronti della convivenza civile, della stabilità sociale e della sicurezza pubblica". Tra le misure: la creazione di una banca dati sugli episodi di antisemitismo, il contrasto diffusione del linguaggio d’odio antisemita sulla rete internet, linee guida per le scuole, un piano di formazione rivolto a insegnanti ed educatori, iniziative di formazione specifica per il personale delle Forze di polizia, campagne di informazione sui canali radio, tv e web e attività di formazione nell'ambito di attività sportive.
Infine, all'articolo 3 si legge: "il diniego all’autorizzazione di una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità, può essere motivato anche in caso di valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge".
Perché chi manifesta contro Netanyahu rischia di essere punito
In particolare, quest'ultimo punto appare il più controverso perché secondo le opposizioni rischia di limitare fortemente chiunque decida di manifestare o esprimere il proprio dissenso nei confronti dell'operato di Israele. "Quasi alla chetichella, nella settimana che precede la pausa dei lavori parlamentari, in Commissione Affari Costituzionali al Senato si incardina la proposta del leghista Romeo sulla "definizione operativa dell'antisemitismo": in realtà un bavaglio senza precedenti alla libertà di espressione, che arriva proprio mentre a Gaza si consuma un genocidio sotto gli occhi del mondo", lo ha definito la senatrice del M5s Alessandra Maiorino.
Anche la stessa definizione di antisemitismo dell'Ira a cui fa riferimento il testo costituisce "una formulazione fortemente controversa che equipara la critica allo Stato di Israele o al sionismo all’odio antiebraico", spiega la pentastellata. "Così, chiunque denunci i crimini di guerra, l’occupazione, l’apartheid o le politiche di apartheid e pulizia etnica di Netanyahu può essere etichettato come antisemita. L'art. 3 del testo addirittura arriva a negare l'autorizzazione a qualunque manifestazione ponga "grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo". Quindi vietato per legge criticare Israele e il suo governo", prosegue. "Non siamo più nel campo della lotta alla discriminazione, ma in quello della repressione della libera espressione e del pensiero politico. Una china pericolosissima e dittatoriale, che arriva il giorno dopo il bombardamento, da parte di Israele, della Mezza Luna palestinese, criticato anche dai vertici della Croce Rossa italiana".
L'attacco delle opposizioni: "Inaccettabile limitazione dei diritti"
La Lega "si inchina ai diktat del governo Netanyahu: non solo deve avere mano libera, ma persino raccontare il suo operato potrà essere un atto criminale. Noi ci opporremo con ogni mezzo. Questo disegno di legge serve solo a garantire impunità, a colpire chi dissente, a imbavagliare chi ancora ha il coraggio di parlare. Opporsi ora non è solo un dovere civile e una scelta di coscienza, ma un obbligo per chi ha a cuore i diritti costituzionali ancora vigenti", ha attaccato Maiorino.
Duro anche il commento della deputata del Partito democratico, Laura Boldrini. "Ora è chiaro quali siano i meriti che sono valsi a Matteo Salvini il premio "Italia-Israele" che gli è stato conferito alla Camera lo scorso 22 luglio. La Lega, non solo in questi ventidue mesi ha colpevolmente taciuto sui crimini commessi dal governo Netanyahu a Gaza negando l'evidenza dei fatti, ma ora vuole anche criminalizzare le critiche al governo israeliano equiparandole per legge all'antisemitismo", ha dichiarato. Se la proposta leghista dovesse mai passare "ogni critica al governo di Netanyahu, le richieste di interventi concreti per fermarlo e perfino le manifestazioni di piazza, i dibattiti pubblici e tutte le iniziative in cui si chiede la fine del genocidio e l'autodeterminazione del popolo palestinese, sarebbero vietati per legge. Una cosa inconcepibile in un Paese democratico. Una inaccettabile limitazione del diritto di critica e di manifestazione del pensiero che non possiamo consentire", ha ricordato.
L'antisemitismo "va contrastato con forza e determinazione, ma non può essere in alcun modo confuso o messo sullo stesso piano della legittima critica e la contestazione nei confronti di un governo israeliano di ultra destra che sta sterminando il popolo palestinese attraverso i bombardamenti e la fame. Questa becera mistificazione proposta nel ddl Romeo può servire a Salvini per guadagnarsi un premio che oggi gronda di sangue, ma non può certo oscurare le gravi responsabilità di cui il governo israeliano dovrà rispondere", ha concluso Boldrini.