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La PA torna in presenza, Brunetta: “Esperienza smart working sarà valorizzata, ma ora si riparte”

“Dal 15 ottobre tutto il capitale umano pubblico, tutti i volti della Repubblica, tutti i dipendenti pubblici, torneranno a lavorare in presenza e la loro esperienza in lavoro da remoto, smart working, lavoro a casa, sarà assolutamente valorizzata attraverso il contratto, le tecnologie, un’organizzazione dedicata”: l’ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, commentando il nuovo decreto che riporterà i dipendenti della PA presto in ufficio. “L’Italia sta ripartendo e ha bisogno del lavoro di tutti, pubblici e privati”, ha aggiunto.
A cura di Annalisa Girardi
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"L'Italia sta ripartendo e ha bisogno del lavoro di tutti, pubblici e privati. Per questo dal 15 ottobre tutto il capitale umano pubblico, tutti i volti della Repubblica, tutti i dipendenti pubblici, torneranno a lavorare in presenza e la loro esperienza in lavoro da remoto, smart working, lavoro a casa, sarà assolutamente valorizzata attraverso il contratto, le tecnologie, un'organizzazione dedicata": lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, commentando il nuovo decreto, firmato oggi dal presidente del Consiglio Mario Draghi, che riporterà i dipendenti pubblici nuovamente in ufficio dal prossimo 15 ottobre.

Brunetta ha aggiunto: "Questo è quello che faremo, questo è quello di cui ha bisogno il Paese, per la soddisfazione di famiglie e imprese. Abbiamo bisogno dei servizi della Pubblica amministrazione per rafforzare la crescita in atto". Nel decreto, come aveva in precedenza già spiegato il ministro, sono comprese le regole ad hoc per lo smart working. Il lavoro agile sarà quindi integrato con la modalità ordinaria, che appunto tornerà presto ad essere quella in presenza. Non solo, nel provvedimento sono incluse anche tutte le regole per la sicurezza: in altre parole, le misure anti contagio per garantire che il ritorno in presenza avvenga in piena sicurezza. Nel decreto, inoltre, è presente anche un piano per lo smaltimento degli arretrati.

Intanto, alcune stime del governo indicano che su 3,2 milioni di dipendenti pubblici, ce ne sarebbero ancora 320mila non vaccinati. Quindi circa il 10%, con numeri comunque estremamente variabili da un territorio all'altro. Sono dati contenuti in una relazione che accompagna il decreto, documento in cui si legge: "Stante il graduale ma progressivo aumento anche tra la popolazione dei dipendenti pubblici del numero dei vaccinati, sussistono le condizioni per un graduale rientro in presenza e in sicurezza".

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