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“La casta religiosa: Una cappa di potere che avvolge l’Italia”

Intervista esclusiva a Ferruccio Pinotti, giornalista e autore (tra le altre cose) di “Opus Dei segreta” e “La lobby di Dio”. L’intreccio inestricabile fra Chiesa cattolica, finanza e potere, la questione Ici e perché neanche il Governo Monti cambierà le cose.
A cura di Enrico Nocera
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La casta religiosa

La conferma dell'esenzione dal pagamento della nuova Imu (che in pratica sostituisce l'Imposta Comunale sugli Immobili) degli edifici direttamente riconducibili alla Chiesa cattolica ha riportato al centro del dibattito i "privilegi" concessi negli anni alla Chiesa Cattolica, con prese di posizione durissime da parte di autorevoli esponenti politici. A cominciare da Mario Staderini, segretario nazionale dei Radicali, raggiunto dai microfoni di fanpage.

Ma, oltre alla politica, ad esprimere un forte dissenso sono i cittadini che vedranno arrivare, sui propri portafogli, il peso dell'esenzione vaticana. Un potere troppo forte e ramificato per essere intaccato da decisioni politiche che non siano gradite dalle parti di piazza San Pietro. Questa l’opinione di Ferruccio Pinotti, giornalista d’inchiesta del Corriere della Sera, autore di numerosi libri sugli intrecci fra cattolicesimo, finanza, massoneria e poteri occulti. Un sistema di potere affrontato in libri come “Opus Dei segreta” e “La lobby di Dio”, prima inchiesta italiana su Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere: “Nemmeno la mafia a Palermo ha tanto potere – scrive Pinotti in quest’ultimo libro, citando Eugenio Scalfari – negli ospedali, nell’assistenza, nell’università”. Da ciò deriva la conclusione, che Pinotti ci conferma: “La vera casta è quella religiosa”. Leggiamo le sue opinioni, in esclusiva per la nostra testata.
Non solo la Chiesa Cattolica, anche altre confessioni, come i buddisti o i musulmani, beneficeranno dell’esenzione Ici. C’è un occhio di riguardo nei confronti della religione?

Assolutamente sì. Non solo nei loro confronti, ma anche nei riguardi di una pletora di soggetti assurda. Penso a quelle associazioni che utilizzano la presunta attività benefica come schermo per fare grandi affari.

La legge, infatti, prevede l’esenzione Ici per quegli immobili utilizzati a scopo sociale, come l’assistenza ai bisognosi, la previdenza e la cultura. Non c’è il rischio che tali edifici possano essere utilizzati anche a fini commerciali?

È una realtà evidente dovuta a un escamotage giuridico. La Manovra del governo Monti conferma una precedente legge del ’92, che a sua volta rimanda a una dell’85, voluta da Craxi. Nel 2006, con Berlusconi, si inserisce un cavillo: sono esenti dall’imposta sugli immobili quegli edifici destinati a uso “non esclusivamente commerciale”. È quell’ “esclusivamente” che permette di aggirare l’imposta. Per fare un esempio: basta che un hotel a 5 stelle faccia costruire, al suo interno, una cappelluccia per le preghiere che subito viene esentato dall’imposta Ici.

A giovare di tale esenzione è soprattutto il Vaticano. Stiamo parlando di proprietà immobiliari stimate oltre le 120mila unità. Un bel patrimonio per quella Chiesa che Rocco Buttiglione ha definito “poverissima”…

Buttiglione dice cose assurde: la Chiesa è ricchissima! Stiamo parlando di persone che affittano appartamenti esenti dall’Ici a carissimo prezzo. Una parte enorme di gettito fiscale che viene a mancare nelle casse dello Stato. Le stime dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, tanto per fare un esempio, parlano di un mancato introito di 500 milioni di euro all’anno. Senza contare un altro scandalo ecclesiastico tutto italiano: molte chiese del nostro Paese fanno pagare un biglietto d’ingresso…

Oltre all’esenzione Ici, la Chiesa vedrà immutate anche le rendite catastali per i propri immobili. Un altro privilegio che si somma al primo?

Certo. Non dimentichiamo che, in Italia, il valore reale degli immobili si discosta molto dalle rendite catastali, che sono, in generale, molto basse. C’è, poi, un ulteriore dato: la Chiesa possiede molti palazzi storici che già godono dell’esenzione dall’imposta: un privilegio nel privilegio. Qui c’è solo l’imbarazzo della scelta su come evadere le tasse.

Il presidente della Cei, cardinale Bagnasco, si è però detto pronto a discutere di questa esenzione. Crede che alle intenzioni seguiranno i fatti concreti?

Questa è una posizione che andrebbe accolta e approfondita, ma dubito che il governo lo farà. Questo esecutivo è pieno di gente vicinissima alla finanza cattolica. Corrado Passera, ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, è espressione di Comunione e Liberazione; Lorenzo Ornaghi, ministro per i Beni e le Attività Culturali, viene dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal consiglio di amministrazione dell’Avvenire; Andrea Riccardi, infine, è il fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Non vedo come un governo del genere possa volere un abolizione di certi privilegi di cui gode la Chiesa.

Oltre che di casta politica, quindi, possiamo parlare di una casta religiosa?

La vera casta è quella della Chiesa. Siamo di fronte a una cappa di potere che avvolge l’Italia intera; lobby come Comunione e Liberazione e Opus Dei che godono di un potere decisionale immenso. Questa è un’ipoteca sullo sviluppo economico del nostro Paese. Bisogna ridurre il potere di queste associazioni religiose ed eliminare l’influenza che ancora esercitano su scuola e sanità. Stiamo parlando di realtà che sfruttano la presunta fede cattolica solo per accrescere il loro potere finanziario.

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