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La Bulgaria entrerà nell’Eurozona all’inizio del 2026: le prossime tappe

Dal 1° gennaio 2026 la Bulgaria potrebbe diventare il 21° Paese dell’eurozona. La Commissione europea ha certificato che Sofia rispetta tutti i criteri, ma l’iter non è ancora concluso.
A cura di Francesca Moriero
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Un manifestante tiene un cartello con la scritta "Preserviamo il lev bulgaro. Vinciamo la battaglia!" durante una protesta anti-euro a Sofia, Bulgaria (Foto AP/Valentina Petrova) Associated Press/LaPresse
Un manifestante tiene un cartello con la scritta "Preserviamo il lev bulgaro. Vinciamo la battaglia!" durante una protesta anti-euro a Sofia, Bulgaria (Foto AP/Valentina Petrova) Associated Press/LaPresse

Dopo anni di preparazione, verifiche e aggiustamenti, la Bulgaria si appresta a tagliare un traguardo fondamentale della sua integrazione europea: l'ingresso nell'eurozona. Il Paese ha rispettato tutti i parametri di convergenza stabiliti dai trattati, tanto che la Commissione europea ha dato il suo via libera alla sostituzione del lev con la moneta unica a partire dal 1° gennaio 2026. Una decisione che, se confermata dal Consiglio dell'Unione europea nelle prossime settimane, renderebbe la Bulgaria il 21° Stato membro dell'area euro, dopo l'ingresso della Croazia nel 2023. Non si tratta dunque soltanto di un passaggio tecnico; l'ingresso nella moneta unica rappresenta per Sofia un riconoscimento politico ed economico della solidità raggiunta, pur in un contesto globale tutt'altro che semplice, attraversato da crisi sanitarie, shock energetici e tensioni geopolitiche. La Commissione, nel suo parere ufficiale, sottolinea non solo il rispetto dei criteri numerici, ma anche la buona integrazione della Bulgaria nei meccanismi economici e finanziari europei. Adesso la palla passa al Consiglio Ue, che dovrà pronunciarsi a maggioranza qualificata: il percorso è quindi sostanzialmente tracciato, ma non è ancora concluso.

I parametri rispettati: inflazione sotto controllo e bilancio solido

Per entrare nell'euro, un Paese deve soddisfare quattro parametri macroeconomici ben definiti. Il primo è la stabilità dei prezzi: l'inflazione in Bulgaria è risultata pari al 2,7% nella media di aprile 2025, al di sotto della soglia massima prevista (2,8%). Un valore considerato quindi non solo conforme, ma anche stabile nel tempo. Il secondo requisito è la sostenibilità delle finanze pubbliche: da oltre un decennio, la Bulgaria non è soggetta ad alcuna procedura per disavanzo eccessivo da parte della Commissione europea. Nel 2024 il deficit si è attestato esattamente al 3% del PIL, mentre le previsioni indicano un leggero calo al 2,8% nel biennio 2025-2026. Ancora più rassicurante è il dato sul debito pubblico, fermo al 24,1% del PIL: uno dei più bassi dell'intera Unione europea e ben lontano dal tetto del 60% fissato dal Patto di Stabilità e Crescita.

La stabilità del cambio e dei tassi d'interesse

Il terzo e il quarto parametro riguardano la stabilità del tasso di cambio e dei tassi d'interesse a lungo termine: su entrambi i fronti, la Bulgaria ha dimostrato coerenza e tenuta. Dopo l'ingresso nel Meccanismo di Cambio Europeo (ERM II) nel luglio 2020, il lev si è mantenuto stabile rispetto all'euro, senza tensioni significativ; il tasso di cambio è fissato a 1 euro per 1,955 lev, e sarà questo il riferimento utilizzato per la conversione ufficiale. Quanto ai tassi d'interesse, l'indice bulgaro a lungo termine si è mantenuto attorno al 4% dal 2023, un livello considerato adeguato alla situazione macroeconomica nazionale. Anche questi elementi sono stati valutati positivamente dalla Commissione europea, che ritiene che la Bulgaria sia così tecnicamente pronta a sostenere gli oneri e i benefici della partecipazione all'euro.

Integrazione finanziaria già in atto

Oltre ai criteri formali, Bruxelles sottolinea poi anche una serie di aspetti strutturali che rafforzerebbero la candidatura bulgara: il Paese partecipa già, dal lontano 2020, all'Unione bancaria europea, con cinque banche commerciali soggette alla vigilanza diretta della Banca Centrale Europea. Queste istituzioni detengono circa il 75% delle attività bancarie del Paese, segno di una profonda integrazione nel sistema finanziario dell'eurozona. Anche i mercati dei beni, dei servizi e dei capitali risultano ben connessi con quelli dell'area euro, mentre i cicli economici nazionali mostrano una crescente sincronia con quelli del blocco monetario. Insomma, cosa vuol dire? Significa che, secondo la Commissione, la Bulgaria non si limiterà a usare l'euro, ma sarà proprio in grado di contribuire attivamente al suo buon funzionamento.

Il calendario politico: le tappe decisive prima dell'estate

Il parere favorevole della Commissione è insomma una tappa cruciale, ma non è però l'ultima. Ora tocca agli organi decisionali dell'Ue completare l'iter in tempo utile per l'adozione a inizio 2026; già il 19 giugno l'Eurogruppo potrebbe approvare una raccomandazione, seguita il giorno dopo da un accordo politico in sede di Consiglio Ecofin.

Successivamente, il Consiglio europeo del 26-27 giugno dovrebbe sancire il via libera politico definitivo, permettendo alla Commissione di proporre formalmente il regolamento con il tasso di conversione; quest"ultimo passaggio è previsto entro fine mese, per permettere al Parlamento europeo di esprimersi nella sessione dell'8 luglio, prima della pausa estiva. Se tutto filerà liscio, Sofia avrà sei mesi di tempo per completare i preparativi operativi, dall’adeguamento dei bancomat alla stampa del materiale informativo per i cittadini.

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