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L’8 per mille sarà usato anche per le ristrutturazioni delle scuole

Il Governo ha modificato il regolamento aggiungendo una nuova possibile destinazione per i soldi dell’8 per mille che saranno destinati allo Stato.
A cura di Antonio Palma
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Da oggi in poi l'8 per mille che sarà destinato allo Stato potrà esser usato anche per l'edilizia scolastica e in particolare per le ristrutturazioni e le riqualificazioni degli edifici pubblici delle scuole. È quanto prevede il decreto del governo sul regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 1998 in materia di criteri e procedure per l'utilizzazione della quota dell'otto per mille dell'Irpef devoluta alla diretta gestione statale. Il via libera al provvedimento è arrivato ieri sera nel corso del Consiglio dei Ministri numero 24 del governo Renzi che così ha dato attuazione a quanto già previsto nella legge di stabilità per il 2014. Come spiegano da Palazzo Chigi in un comunicato, infatti, con queste modifiche al dpr del 10 marzo 1998, l'Esecutivo si adegua a quanto previsto dall’articolo 1 comma 206 dalla legge di stabilità che ha già innovato la disciplina in merito. Alle quattro tipologie già previste che sono "fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali”, in pratica se ne aggiunge una quinta.

Cinque tipologie di spesa con l'8 per mille

Il decreto approvato dal CdM su  proposta del Presidente del Consiglio, in particolare prevede  l'aggiunta di un altro capitolo alle spese possibili con i soldi dell'8 per mille allo Stato costituito da “ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica”.  Come spiegano dal governo, con questo regolamento quindi viene assicurata una nuova categoria di destinatari del beneficio. Lo schema di regolamento approvato dal consiglio dei Ministri dovrà ora essere trasmesso al Consiglio di Stato ed alle Commissioni parlamentari di merito per i pareri previsti.

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